Triste avanspettacolo e Pil “inchiodato”

giovedì 3 luglio 2014


Nonostante i trionfalistici proclami del premier Matteo Renzi, molte autorevoli agenzie di valutazione economica hanno rivisto piuttosto al ribasso le ottimistiche stime del Governo sulla crescita. Da uno 0,8 per cento previsto dai compiacenti tecnici del Tesoro, si è scesi ad uno striminzito 0,3 per cento da parte di Goldman Sachs, Citigroup e Deutsche Bank, tanto per citarne alcune. La nostrana Confindustria, addirittura, riduce ulteriormente la “crescita” del 2014 ad un quasi impercettibile 0,2 per cento.

Sta di fatto che nubi sempre più fosche si addensano sull’Italia, con una disoccupazione che ha raggiunto in questi giorni il suo apice e un debito pubblico letteralmente esploso nei primi mesi dell’anno, con un incremento pari a quello dell’intero 2013. Per soprammercato, l’evidente stagnazione in atto è assai probabile che renda obbligatoria un’ennesima manovra “lacrime e sangue”, onde coprire le spese pazze di un Esecutivo che aveva promesso miracolose moltiplicazioni dei pani e dei pesci. Ciò, nel malaugurato caso avvenisse, non potrebbe che determinare un ulteriore avvitamento del sistema economico nel suo complesso. E con una nuova iniezione di tasse, nella vana rincorsa di una spesa pubblica resa ancor più incontrollabile dal nuovo verso renziano, ogni speranza di ripresa dovrà essere lasciata fuori dall’Inferno fiscale chiamato Italia.

D’altro canto anche per i “nuovi” occupanti la stanza dei bottoni, come dimostra l’ulteriore massacro tributario operato ai danni del mattone e del risparmio finanziario, c’è un solo modo per tenere in un precario equilibrio i conti pubblici: aumentare la pressione tributaria allargata. Il resto, ovvero la montagna di illusioni vendute a piene mani da questi sfasciacarrozze economici, è roba da triste avanspettacolo.


di Claudio Romiti