Riforme e flessibilità   con i soldi degli altri

Sul tema sempre caldo delle pensioni l’ex ministro del Lavoro, il democratico Cesare Damiano (nella foto), attualmente presidente della Commissione lavoro della Camera, sta dando prova di grande altruismo politico. Altruismo inteso dal punto di vista di una felice definizione di Antonio Martino, ovvero esercizio politico nel fare del bene con i quattrini degli altri.

Ora, dato che si sta delineando in Parlamento la riformicchia previdenziale del Governo Renzi, il buon Damiano sta premendo per ottenere una sorta di pre-pensionamento nella Pubblica amministrazione, distruggendo nei fatti quanto di buono era stato fatto con la bistrattata legge Fornero. A questo campione della cosiddetta democrazia acquisitiva – quella che si compra i voti legalmente a colpi di spesa pubblica – non bastano i già vergognosi provvedimenti adottati dall’Esecutivo in carica, il quale sta per mandare a riposo anticipato un piccolo esercito di statali per favorire nuove assunzioni.

Egli vuole di più, così come si evince da una sua recente dichiarazione: “Una vera riforma delle pensioni con Renzi nel 2014 la si potrà avere, se si deciderà di puntare con forza alla flessibilità”. Così ha sentenziato questo sempre ben vestito politico, proveniente dal più collettivista dei sindacati italiani, la Fiom (Federazione impiegati operai metallurgici) Cgil.

D’altro canto, codesta parola magica della flessibilità sta diventando una sorta di grimaldello con cui i vecchi e i nuovi rottamatori del buon senso stanno letteralmente mandando in bancarotta il sistema italiano. L’ossessione di questi personaggi è solo una: trovare il modo di aumentare il più possibile il numero di “pasti gratis” da distribuire in cambio di consensi. Ed è ovvio che i circa 15mila “nuovi” posti di lavoro previsti dalla citata riformicchia non possano accontentare le fameliche brame degli altruisti alla Damiano, i quali sognano eserciti di nuovi assunti nella Pubblica amministrazione, finanziando le nuove voragini provocate nell’Inps con altre tasse ed altri debiti.

Per costoro, mi permetto di ricordare, vale sempre un famoso detto di George Bernard Shaw, secondo cui “un Governo che ruba a Pietro per pagare Paolo può sempre contare sull’appoggio di quest’ultimo”.

Ma come diceva la famosa “lady di ferro”, tutto questo finisce “quando finiscono i soldi degli altri”. E con gli irresponsabili che attualmente occupano la stanza dei bottoni, tale momento sembra avvicinarsi a grandi passi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24