Le “strane coppie”   e il loro ostruzionismo

La faccenda curiosa di questi ultimi fuochi ostruzionistici è che qualcuno fa capolino o per farsi notare o per paturnie varie. Tra questi ci sono illustri esterni, come Diego Della Valle o Gherardo Colombo, l’ex del Pool “Mani pulite” ora nel cda della Rai.

Cosa c’entrano, direte voi? E perché Della Valle “alza i toni” contro quel Renzi di cui mai nascose l’amicizia? Beh, si sono messi di traverso sul tema delle riforme elettorali, delle quali non glie ne può fregare di meno se non come pretesto per parlare d’altro. Come capita in queste scaramucce che lasciano il tempo che trovano e che non incidono sull’effettivo bersaglio, l’ostruzionismo è funzionale non tanto alla caduta di una legge – in questo caso di un Governo – quanto alla creazione di un clima generale delegittimante, di una canea a sfondo etico con qualche spazio dove inserirsi con le proprie paturnie. Adesso siamo agli epigoni e tutto si rimpicciolisce nel celentanismo d’accatto, urlando alla luna, ignorando il sole e invertendo l’ordine dei fattori, della logica, del senso politico. Ma c’è dell’altro.

Ci sono altri nel mirino, a guardare bene. C’è Verdini, con quella faccia da giocatore di poker. Verdini amico di Renzi, Verdini l’amanuense del patto del Nazareno. Ce l’hanno con Verdini “scarpari” ed ex inquisitori. Non c’entra la Costituzione (la più bella del mondo) e non c’entra la dittatura incombente renziana. Radicalizzare ideologicamente lo scontro sembra, all’inizio, un espediente per ramazzare qua e là, ponendo obiettivi altissimi, illudendosi nel fracasso grillino fine a se stesso. Eppure, dietro a tutto questo, si scorge l’impotenza di fondo, l’abbaiare all’astro per cui ogni pretesto è vano.

Il patto del Nazareno, una delle trovate più sfavillanti del duo Renzi-Berlusconi, ha messo tutti gli altri di fronte a un muro difficile da scalare. È il Karakorum dalle montagne più impervie, tomba di grandi scalatori. Se regge, naturalmente. Ma perché non dovrebbe? Perché credere che uno come Renzi si spaventi delle sceneggiate a Palazzo Madama quando sa che ha la maggioranza garantita da Berlusconi? E perché Berlusconi dovrebbe tradire il partner, posto che altre strade lo condurrebbero a Patrasso cioè fuori dal recinto della politica costruito faticosamente insieme, facendo finire condanne e interferenze del Pdg (Partito dei giudici) in un angolo?

C’è poi un altro fatto. Quale ostruzionismo, nella storia della politica parlamentare, ha mai vinto? Lo strumento dell’ostruzionismo serve non per vincere ma per ottenere qualcosa – cioè la mediazione o per mandare a casa la maggioranza – o per quelli che vivono nel desiderio dello sfascio, come Grillo. Il problema non è la fine del Senato ma l’Italicum. Da oggi in poi sarà un gioco da bambini spiegare che i senatori non vogliono mollare le loro poltrone e i loro privilegi. Dunque avanti miei prodi, fino a Ferragosto e oltre, perché il gioco si fa duro. Perciò, su questo nervo scoperto dell’Italicum, sarà dura mettere le cose a posto – per esempio – con il Nuovo centrodestra (a destra) e con Sinistra ecologia e libertà (a sinistra). Ma anche qui incombe il mitico patto, che è in un certo senso obbligatorio, per il Cav. più che per Matteo.

Il punto centrale del patto, oltre che nell’assenza di preferenze, sta nel premio di maggioranza e nelle soglie di accesso alla Camera. Per cui gli eventuali alleati di Berlusconi serviranno a lui per accedere al ballottaggio con Matteo, senza però prendersi un deputato. E questo accadrà perché Alfano, Salvini, Meloni si fermeranno sul 4 per cento. Insomma, i voti “alleati” saranno utili agli ideatori del patto altrimenti a che serviva? È solo questo il punctum dolens (il punto dolente). Ossia il vero muro del Nazareno. Che sia il muro del pianto?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:20