Un Referendum contro l’austerità

Non bastava un Governo che, nonostante gli annunci, sembra non riuscire a tagliare un euro di spesa pubblica. Ora di traverso al liberismo del nulla espresso da Matteo Renzi ci si mette la nebulosa trasversale della sinistra radicale, a cui appartiene una corposa percentuale del Partito democratico, rigorosamente ostile all’ex sindaco di Firenze. Tant’è vero che molti autorevoli membri dell’opposizione interna del Pd, tra cui Fassina e Cuperlo, insieme ad altri esponenti della stessa sinistra radicale, si sono ritrovati in piazza del Pantheon a Roma per lanciare una sorta di referendum contro la presunta austerità imposta dall’Europa. Nel mirino anche la chimera dei venti miliardi di tagli alla spesa pubblica promessi dal premier.

Ovviamente, trattasi di una manovra politica mirata strategicamente a mettere in difficoltà il leader dei rottamatori, sventolando in modo irresponsabile la linea del cosiddetto deficit-spending. Ma, nella sostanza delle cose, l’iniziativa appare del tutto surreale se confrontata con l’andamento del sistema-Paese, in cui la mano pubblica è arrivata a controllare il 55 per cento del reddito nazionale, con un debito sovrano che è aumentato nell’ultimo anno di quasi 100 miliardi di euro.

Come si può, infatti, invocare di aumentare i confini dell’intervento pubblico quando ogni evidenza dimostra che è proprio il suo eccesso il male endemico che sta distruggendo ogni speranza di ripresa? Su questo piano ha parlato molto bene Mario Adinolfi, il quale nel corso del talk mattiniero “L’aria che tira”, ha letteralmente messo in mutande Gianni Cuperlo, dicendo chiaramente che l’Italia vive da troppo tempo ben oltre le proprie possibilità e che l’idea dell’austerità è un bene per un corpaccione malato di uno Stato che è arrivato a spendere 830 miliardi all’anno.

Evidentemente, per i residuati bellici di una cultura politica che sognava di dare tutto il potere ai soviet, queste percentuali sono ancora insufficienti. Per questi campioni della pianificazione democratica tutto deriva da un atto deliberato della sfera politico-burocratica, comprese le catastrofiche conseguenze di una puntuale applicazione delle loro idee bacate.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24