Napoli-Berlino, i falsari ora aiutano l’economia

mercoledì 1 ottobre 2014


Mario Draghi ha detto che la Banca Centrale Europea aiuterebbe le banche perché si possano alleviare le sofferenze di famiglie e piccole imprese. Ennesima operazione salva-banche, utile solo a permettere che le banche si approprino di ulteriori pezzi di Stato. Di fatto nessun beneficio raggiungerà mai l’uomo della strada. La Bce compra i debiti cartolarizzati (le sofferenze) delle banche, e queste ultime acquisiscono ulteriori fette di debito pubblico degli Stati. Tutti gli istituti di credito tirano una boccata d’aria, ben consci che non un centesimo di credito si potrà concedere al panettiere o al gommista sotto casa.

Attualmente le sofferenze bancarie ammonterebbero a circa 1800 miliardi di euro, equamente ripartite tra sofferenze vere e proprie (ovvero insolvenze di imprese in crisi) e paccottiglia di bond riveniente dal mercato dei derivati. Draghi s’impegna ad acquistare 500 miliardi di euro in “asset back securities” dalle banche, garantendo agli istituti di credito europei un drastico ribasso del tasso di rifinanziamento. Ma questo non significa affatto che la gente si possa presentare in banca e chiedere prestiti e mutui. I cordoni della borsa sono oggi ancor più rigorosamente chiusi, soprattutto per la gente comune, quella che avrebbe anche meditato di prendere i soldi in prestito per pagare tasse e balzelli vari. Proprio su queste ultime necessità le direzioni generali delle banche sono categoriche: non si fa credito a chi chiede prestiti per pagare le tasse.

La manovra avrebbe aiutato la gente comune se la Bce avesse stampato soldi. Cosa che non è avvenuta, perché per acquistare “asset back securities” non serve il contante. Di fatto l’indebolimento dell’euro è solo virtuale, una mera alchimia finanziaria in seno alla Bce. Ecco che la riduzione dell’esposizione bancaria agevola solo il “salotto buono dell’economia”, scongiurando possano avvenire nuovi prestiti. Del resto alla grande industria interessa che a spendere siano le popolazioni fuori dall’Ue, per poi drenare in Europa soldi utili unicamente ad alimentare le speculazioni finanziarie. Per comprendere che si tratti solo di un circolo vizioso basterebbe osservare la totale mancanza di fiducia verso una qualsivoglia ripresa economica.

Per far riprendere l’economia italiana urge iniettare denaro contante nelle tasche dell’uomo della strada. Operazione non gradita al socio di maggioranza della Bce, ovvero la Deutsche Bank. Ecco giungere in soccorso dell’economia italiana i falsari napoletani, oggi veri e unici patrioti, soprattutto se confrontati con la classe di Governo. Stanno portando a termine una vera e propria “Operazione Bernhard”: dal nome del piano segreto che permise ai nazisti di invadere l’economia britannica ed europea con valanghe di sterline e dollari falsi.

I falsi dei nazisti avrebbero aumentato l’inflazione, distruggendo il sistema economico e finanziario anglosassone. Mentre i falsari napoletani stanno di fatto salvando l’economia del Mezzogiorno. I biglietti dei nazisti vennero utilizzati dai servizi segreti del Terzo Reich per fare tante operazioni, anche pagare la famosa spia Cicero e così liberare Benito Mussolini prigioniero a Campo Imperatore. Gran parte del denaro contraffatto era racchiuso in casse metalliche, e alla sconfitta venne gettato dai nazisti nel Lago Toplitz, in Austria. Se fosse rimasto in circolazione avrebbe avuto tuttora valore legale: le banconote erano perfette, indistinguibili dagli originali.

Ecco allora che il recente maxi-sequestro di banconote contraffatte in Campania eleva i falsari napoletani al rango di salvatori del Sud. I finanzieri della Compagnia di Marcianise (Caserta) hanno sequestrato oltre 17 milioni di euro falsi. Banconote da 50 euro di ottima fattura, pronte per essere immesse sul mercato. I biglietti erano destinati anche al mercato comunitario, secondo le Fiamme gialle. Le banconote sequestrate “riproducevano con ottima fattura le originali ed erano assolutamente idonee a trarre in inganno la generalità dei consumatori in virtù della buona imitazione della filigrana, del filo di sicurezza e degli ologrammi”: parola di Guardia di finanza.

Secondo gli esperti la Campania sfornerebbe il 50 per cento delle banconote false che circolano nell’Eurozona. Ecco che i falsari fanno ciò che Draghi promette solo virtualmente: così Napoli salva il Sud dalla fame, dalla stretta creditizia imposta dai tedeschi dell’eurozona. Di fatto è una livella: ieri era il Reich che stampava, oggi è Napoli.


di Ruggiero Capone