La novità di Salvini   è la Lega Nazionale

La nazionalizzazione della Lega costituisce la vera novità della scena politica italiana. Matteo Salvini è riuscito a portare a termine un’impresa che appariva del tutto impossibile alla vigilia delle ultime elezioni europee. Una Lega Lombarda che già aveva avuto difficoltà (soprattutto con il Nord-Est) a diventare Padana, come avrebbe mai potuto diventare una Lega Nazionale? Sulla carta una mutazione genetica così profonda e radicale appariva assolutamente irrealizzabile. Perché destinata a sconvolgere il Dna di un movimento nato non solo all’insegna della rivoluzione settentrionale, ma caratterizzato anche dalla scelta ideologica di non scendere mai e comunque sotto la vecchia ma sempre presente Linea Gotica.

E soprattutto perché, nel tempo della personalizzazione leaderistica dei partiti, il nuovo leader Salvini sembrava essere l’espressione di una discontinuità generazionale ma niente affatto ideologica della Lega dell’ampolla del Po. A dispetto di ogni previsione, invece, l’operazione è pienamente riuscita. Salvini ha usato sapientemente e coraggiosamente i temi del “no-euro” e “no-immigrazione incontrollata” come la forgia dove rimodellare l’anima di ferro del suo partito. E da questo intenso lavoro è venuta fuori una Lega Nazionale che ha avuto il suo battesimo con il bagno di folla di sabato scorso a Milano.

Gli osservatori superficiali hanno subito declassato la vicenda a semplice fenomeno imitativo del Front National di Marine Le Pen e degli altri movimenti di estrema destra attualmente in crescita nell’Europa della grande crisi. Ma il loro è un giudizio volutamente riduttivo e denigratorio teso a bloccare in partenza le potenzialità espansive del nuovo soggetto politico italiano. Potenzialità ben diverse e decisamente superiori a quelle del presunto modello ispiratore francese. Una valutazione più attenta, infatti, non può non considerare le differenti condizioni in cui opera il Front National in Francia e quelle di cui può usufruire una Lega Nazionale in Italia.

E tirare come logica conseguenza che mentre in Francia il blocco delle forze della destra moderata continuano a rappresentare un argine all’espansione del Fn, in Italia la frantumazione del centrodestra e la consapevolezza di Silvio Berlusconi che inseguire il neo-centrismo di Alfano significherebbe la morte certa di Forza Italia, offre l’occasione a Salvini di trasformare la nuova Lega nel motore portante di un nuovo schieramento in grado di porsi come unica e solida alternativa alla sinistra di Matteo Renzi.

Naturalmente anche questa si presenta sulla carta come una missione impossibile. Per nazionalizzarsi uscendo dalla riserva padana Salvini non deve passare dalla Linea Gotica ma da Quarto e, paradosso dei paradossi per un personaggio con la sua storia, imitare Garibaldi accettando di lasciare a Silvio Berlusconi il ruolo di Camillo Cavour e Vittorio Emanuele II messi insieme. Fantapolitica? Di sicuro un’operazione molto difficile. Ma il fattore che può aiutare a dare vita ad un nuovo risorgimento dell’intero Paese esiste. Ed è dato dalla consapevolezza ormai generalizzata che solo ricompattando in nome della nazione l’intera penisola ci si può difendere dagli effetti di una crisi le cui radici stanno negli interessi dei poteri stranieri e dei loro terminali italiani.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24