Politiche espansive, è il solito “delirio”

giovedì 30 ottobre 2014


Il renzismo dilagante continua da attrarre in modo assolutamente trasversale molti pezzi della cosiddetta società colta. Da questo punto di vista sono rimasto particolarmente impressionato, seguendo l’ultima puntata del talk-show condotto da Giovanni Floris “di Martedì”, dall’appassionato endorsement dell’illustre economista Fiorella Kostoris in favore delle misure adottate dal Premier per rilanciare lo sviluppo. In particolare la prestigiosa accademica, della quale in passato avevo molto apprezzato i suoi equilibrati interventi, ha espresso un certo entusiasmo per un Governo il quale, dopo tanti anni di crisi, finalmente avrebbe deciso di adottare una linea economica espansiva, utilizzando la spesa pubblica come volano per la ripresa.

Ora, pur comprendendo l’indubbia fascinazione che il giovane rampantello di Palazzo Chigi possa esercitare in virtù della sua faccetta d’angelo unita ad una parlantina ubriacante, tuttavia dalla professoressa Kostoris – da sempre molto critica nei confronti di un sistema affetto da un eccesso di interventismo pubblico – proprio non ci aspettavamo una tale, appassionata adesione al keynesismo in salsa fiorentina di Matteo Renzi.

Da questo punto di vista, mi sta bene la propensione di qualunque politico di professione ad essere favorevole, per ovvie ragioni di consenso, ad allargare all’infinito i cordoni della borsa per rilanciare la crescita, ma che a farlo sia un’eminente studiosa, il cui brillante curriculum presuppone il possesso di una chiara visione d’insieme circa la nostra disastrata condizione economica, mi lascia francamente senza parole.

In un sistema Paese nel quale, come dice e scrive spesso il mio amico Alessandro De Nicola, l’unica cosa che continua a lievitare inesorabilmente senza tregua è la stessa spesa pubblica, ci vuole un bel coraggio ad invocare ulteriori manovre espansive. Con uno Stato che spende il 55 per cento del Prodotto interno lordo – soglia incompatibile secondo qualunque serio economista con qualunque tentativo di ripresa a lungo termine – e un indebitamento che oramai sfiora il 140 per cento del Pil quale persona ragionevole, anche senza i prestigiosi riconoscimenti della signora Kostoris, potrebbe pensare di tornare a crescere attraverso un aumento dei fattori che sono alla base dell’attuale disastro? Un disastro che è sostanzialmente frutto di un sistema politico che controlla e redistribuisce troppe risorse, come per l’appunto teorizzò nel lontano 1993 la professoressa Kostoris nel suo libro più noto all’estero, “Italy: The Sheltered Economy”. Un testo pubblicato un anno prima della oramai storica discesa in campo di Silvio Berlusconi, e che ne anticipava la linea antistatalista.

Oggi, invece, passata di moda un’impostazione liberale mai applicata da nessuno, la moglie del compianto Padoa-Schioppa compie un viraggio completo, allineandosi sulla rotta del più Stato, ma migliore, propugnata da Matteo Renzi. Un uomo della provvidenza il quale, oltre a moltiplicare pani e pesci a giorni alterni, riesce pure a convertire al suo keynesismo fideistico le menti più brillanti. Ditemi se questi non sono miracoli.


di Claudio Romiti