Bipolarismo maturo,   la scelta del Cavaliere

Se si calano sull’Italicum i risultati delle ultime elezioni europee hanno sicuramente ragione quanti, dentro e fuori Forza Italia, sostengono che il Cavaliere abbia compiuto un incredibile regalo al Premier facendo passare una legge elettorale che condanna il centrodestra al ruolo di stampella perenne del Partito Democratico. Ma se si riflette sulla eccezionalità e difficile ripetibilità di quei risultati che hanno portato il Pd al 41 per cento, ci si rende conto che il regalo non è affatto tale. Perché il meccanismo del premio di maggioranza alla lista che supera il quaranta per cento e l’introduzione del ballottaggio creano le condizioni per una partita il cui esito non è affatto scontato.

Nel ragionamento, naturalmente, non entra l’ipotesi accarezzata da chi sostiene che Matteo Renzi sia l’erede diretto di Silvio Berlusconi e che il futuro politico del Paese sia di essere governato da una riedizione riveduta e corretta della vecchia Democrazia cristiana formata da renziani rampanti e berlusconiani tramontanti. I sostenitori della trasformazione delle larghe intese in una sorta di listone del partito della nazione concepiscono la politica solo come gioco di egocentrismi leaderistici e non come terreno di confronto di idee. E non si rendono conto che, a meno di scambiare l’Italicum con la Legge Acerbo e calcolare che Renzi sia destinato a diventare il nuovo Mussolini che succede ad un Berlusconi vestito nei panni di Giolitti, la nuova legge elettorale impone una democrazia dell’alternanza totalmente diversa da quella del regime unico dell’Uomo della Provvidenza.

Lasciamo, allora, i raffinati teorici del renzo-berlusconismo ai loro esercizi di estetismo barocco applicato alla vita pubblica. E lasciamo anche chi usa strumentalmente la polemica contro il “Forza Renzi” per rafforzare il proprio potere contrattuale all’interno del partito berlusconiano. I dati reali del momento indicano che nessun partito dell’attuale schieramento politico sarebbe in grado di superare l’asticella del 40 per cento e conquistare il premio di maggioranza. E che a decidere a chi spetterebbe di guidare il Paese sarebbe l’esito di un ballottaggio a cui parteciperebbero le due liste con il maggior numero di voti conseguiti nella competizione elettorale. Questo significa che il gioco diventerebbe una partita a due tra Renzi e Grillo, con la conseguente e scontata decisione della maggior parte dell’elettorato moderato di “turarsi il naso” e puntare sul male minore rappresentato dal neo-democristiano Matteo? O è ipotizzabile che di fronte alla prospettiva di venire marginalizzate totalmente dalla vita pubblica le diverse componenti dello schieramento di centrodestra sarebbero obbligate a trovare un’intesa per ridare vita al bipolarismo tradizionale tra moderati e progressisti?

Nei giorni scorsi Roberto Maroni ha sostenuto che al momento non ci sono le condizioni per una lista unica. E non passa giorno che Matteo Salvini e con minore virulenza gli esponenti di Fratelli d’Italia non contestino la linea dell’opposizione “responsabile” scelta da Berlusconi. Ma nel frattempo, ed in vista del voto per il Quirinale, le diverse componenti italiane del Ppe hanno compiuto un riavvicinamento che nelle settimane scorse appariva totalmente impensabile. E la spaccatura tra renziani e minoranza all’interno del Pd si è allargata a tal punto da far riapparire lo spettro dell’ennesima scissione nella sinistra italiana.

Le condizioni politiche, in altri termini, cambiano a velocità incredibile. Ma sempre seguendo il filo, spesso invisibile ma sempre presente, delle idee e dei valori di fondo presenti nella società piuttosto che degli interessi contingenti dei singoli personaggi della scena politica. Se questo è vero, la scelta di Berlusconi di far passare una legge apparentemente contraria agli interessi immediati di Forza Italia appare sicuramente lungimirante e diretta a dare vita ad un bipolarismo maturo. Liberali e statalisti sono destinati comunque a confrontarsi. E non è detto che i secondi debbano sempre prevalere sui primi!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:16