L’Isis, la Libia e “aridatece D’Alema”

mercoledì 18 febbraio 2015


Forse è il caso di ricordare ai brillanti ministri del governo Renzi ed allo stesso Presidente del Consiglio imploranti la copertura dell’Onu per intervenire in Libia, che il nostro Paese non è mai uscito dalla Nato. Ed è bene che questi nostri brillanti ministri ed il nostro brillantissimo Premier, evidentemente ignari del contenuto del Trattato dell’Alleanza Atlantica, si facciano erudire dai loro valenti collaboratori sull’articolo 5 dello stesso trattato. Quello che stabilisce come “un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o nell’America settentrionale, costituirà un attacco verso tutte, e di conseguenza convengono che se tale attacco dovesse verificarsi, ognuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’impiego della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale”.

Le minacce dell’Isis non sono un attacco armato. Ma le minacce con le armi che i tagliagole islamisti compiono nei confronti delle migliaia di immigrati per costringerli a salire sui barconi e puntare sulle coste italiane possono essere considerate una forma di aggressione assolutamente identificabile come un “attacco armato”.

Se l’Isis usa le masse di immigrati (si parla di più di duecentomila persone ammassate sulle coste libiche) per “invadere” il nostro Paese, se impiega le armi per avviare questo tipo di invasione e se infiltra tra le centinaia di migliaia di disperati i suoi combattenti decisi a portare l’Islam fondamentalista in Italia ed in Europa, la sua azione costituisce un inequivocabile “attacco armato”. Ed il nostro Paese non può esimersi dal chiedere alla Nato l’applicazione dell’articolo 5 che, non va dimenticato, si rifà all’articolo 51 delle Nazioni Unite.

Nessuno s’illude che il governo Renzi voglia intraprendere questa strada. L’ignoranza si può colmare. Il pregiudizio di natura politica e culturale, quello imposto da anni di battaglie ideologiche contro l’Alleanza Atlantica in nome di una pace che fosse resa al comunismo e quello che affonda in un pacifismo cattolico rinfocolato dal terzomondismo del Papa attuale, è molto più difficile da rimuovere. Per cui è difficile che il governo dei brillanti ignoranti passi dalle parole in libertà ai fatti concreti per fronteggiare l’aggressione che viene dall’Isis libico.

Verrebbe da dire: “Aridatece D’Alema!”.


di Arturo Diaconale