I casi umani di Forza Italia

I sommovimenti che si stanno verificando in Forza Italia sono per la gran parte dei casi umani. Le motivazioni politiche riguardano pochissime vicende. E ruotano tutte attorno ad un dilemma fasullo come quello della nostalgia o della definitiva ripulsa del “Patto del Nazareno”. Ma anche in questi pochissimi casi il problema umano fa capolino dietro lo sbandierato malumore per la fine dell’accordo con Matteo Renzi. Perché chiunque abbia un minimo di esperienza e di onestà intellettuale sa bene che alla vigilia delle elezioni regionali, test politico di primaria importanza, andare al voto con la linea del sostegno ad oltranza nei confronti di un Premier deciso a cannibalizzare ogni suo alleato sarebbe stato un autentico suicidio.

Dietro la nostalgia, allora, spunta sempre una questione personale che gioca in maniera determinante dentro Forza Italia e provoca quelli che dall’esterno appaiono come degli smottamenti dalle conseguenze politiche devastanti. L’esempio della fuoriuscita di Sandro Bondi e della compagna Manuela Repetti dal gruppo di Forza Italia del Senato è il più significativo di tutti. Da quando un’ingiusta campagna di stampa lo ha costretto ad abbandonare il ministero dei Beni culturali, Bondi, già per lungo tempo coordinatore di Forza Italia e strettissimo collaboratore di Silvio Berlusconi, ha scelto di autoescludersi dalla vita politica dedicandosi a quella privata. Ed è da allora che la Repetti ha compiuto la stessa scelta per stare vicino al proprio compagno. Quali le motivazioni di questi comportamenti? Già sollevare un interrogativo del genere significa irrompere illecitamente e sgradevolmente nel privato. E, quindi, la domanda non va neppure posta. Ma nel caso di Bondi e della Repetti insieme al privato che legittima ogni loro scelta c’è anche un ruolo pubblico che impone doveri e responsabilità precise. Gli elettori di Forza Italia, in altri termini, non hanno votato il partito guidato da Berlusconi per dare a Bondi ed alla Repetti il privilegio di rinchiudersi nel privato. E se il privilegio scatta hanno tutto il diritto di chiedere a chi compie una scelta del genere di non lasciare a metà il gesto e di dimettersi dallo scranno senatoriale.

I sommovimenti interni di Forza Italia, quindi, non possono essere esaminati solo dal punto di vista personale di chi li provoca. Ognuno ha la sua motivazione. Che può essere la depressione o l’irritazione per essere finito nel cono d’ombra o la preoccupazione di non finire nella lista dei candidati alle prossime elezioni. Ma ogni motivazione personale è destinata a passare in seconda linea di fronte al punto di vista dell’elettorato ed alle sue motivazioni politiche.

Gli elettori, in sostanza, comprendono i casi umani. Ma a chi ha scelto di entrare nella vita pubblica chiedono comportamenti conseguenti. È la politica delle democrazie ! Quella stessa politica che quando l’abitudine ai privilegi privati diventa predominante rispetto al ruolo pubblico ricoperto impone drastici rinnovamenti per ripartire e riaprire un nuovo ciclo!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:17