I profeti della povertà

Oramai il talk mattiniero “Coffee Break” sta diventando il punto di riferimento di tutti i collettivisti italioti in servizio attivo. La sua conduttrice Tiziana Panella, sempre molto curata e ben vestita, sembra oramai aver dichiarato una guerra permanente ai principi del libero mercato. Quegli stessi principi i quali, per intenderci, le consentono di fare i suoi ricchi shopping con i corposi emolumenti provenienti dalla raccolta pubblicitaria sull’odiato mercato dell’audience.

Ma ciononostante, come dimostra la puntata di venerdì del suo refugium peccatorum di nostalgici del socialismo reale, costei continua imperterrita in una martellante propaganda in favore di uno sistema pubblico improntato alla pianificazione economica. E in effetti, quest’ultima è stata esplicitamente invocata da una giovanotta del M5S presente in studio, tal Alice Salvatore, la quale ha posto al centro del suo intervento proprio la necessita di una linea politica di governo che imponga per decreto una rigorosa pianificazione nel campo della formazione professionale e dell’occupazione. Una perorazione a cui si è accodato in modo quasi entusiastico il democratico Davide Zoggia, con evidente soddisfazione della Panella e malgrado l’ironia di Fabrizio Cicchitto, il quale ha voluto ricordare l’esperienza non molto positiva dei Paesi che in passato hanno seguito tale modello.

Tuttavia, a parte le battutine dell’esponente del sempre più evanescente Ncd, abbiamo assistito all’ennesima apoteosi di una politica provvidenziale che si occupa di tutto e di tutti. Tant’è che, prendendo spunto dal caso degli esuberi della azienda Whirpool-Indesit di Caserta, è stato unanimemente riconosciuto dagli ospiti della Panella - mandando quest’ultima in totale estasi - l’esigenza di obbligare le multinazionali che investono in Italia a mantenere inalterati i livelli occupazionali, secondo l’immarcescibile e sinistro paradigma del monte salari quale variabile indipendente.

Oramai, dopo aver propagandato in lungo e in largo la politica come soluzione per qualunque problema esistenziale, sociale ed economico, alla popolare anchorwoman partenopea manca solo di invocare “tutto il potere ai soviet”, onde completare il suo ideale percorso televisivo. Il nuovo che avanza si fa prepotentemente strada su La7.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:26