Il fallimento <br / > “costituzionale”

La sentenza della Consulta che ha bocciato il provvedimento Monti/Fornero sul blocco 2012/2013 delle rivalutazioni relative alle pensioni superiori ai 1400 euro, ottenuta per la cronaca con un solo voto di maggioranza, ha mandato in visibilio il predominante partito trasversale della spesa pubblica. Una composita accozzaglia di altruisti - secondo una felice definizione di Antonio Martino - i quali, nonostante il pericolo sempre incombente di una catastrofica impennata dei nostri tassi d’interesse, sembrano fregarsene altamente delle noiose questioni finanziarie, essenzialmente legate al mai raggiunto equilibrio tra entrate e uscite. Tra costoro, una particolare menzione la meritano alcuni esponenti di quella destra che alcune Ere fa sosteneva di voler mettere in pratica una linea ragionevolmente liberale, onde riportare il Paese ad un livello di crescita economica accettabile. Qui di seguito citiamo alcune delle più significative prese di posizione, dopo il provvedimento della Corte Costituzionale: “Togliamo la cittadinanza alla Fornero” (Matteo Salvini, Lega Nord); “Oggi non sorridono solo i pensionati d’oro” (Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia); “La Consulta ha ridato dignità ai pensionati” (Renata Polverini, Forza Italia).

Ovviamente trattasi di pura demagogia, orientata verso lo sterminato serbatoio elettorale dei pensionati, dato che il consenso non ha odore, soprattutto quando a pagare il conto è sempre e comunque il solito Pantalone. Tuttavia, conoscendo i dati agghiaccianti di un sistema previdenziale che, malgrado la tanto bistrattata riforma Fornero, spende oramai oltre il 17 per cento del Pil - molti punti sopra la media dei maggiori partner europei - una persona responsabile dovrebbe porsi il problema mai risolto della sua sostenibilità. Sostenibilità che la citata sentenza mette ulteriormente a dura prova. Si parla, infatti, di un costo a regime di oltre dieci miliardi, dovuto essenzialmente all’effetto di trascinamento che si ottiene dal ricalcolo retroattivo di tutti gli assegni previdenziali interessati. Una vera e propria mazzata finanziaria la quale, unita ai magici bonus e tesoretti di un premier illusionista, contribuisce a creare un quadro dell’Italia dei pasti gratis a dir poco devastante.

Un Paese di Pulcinella in cui il sistema politico-burocratico, tanto intrusivo quanto irresponsabile, vive ed opera perennemente sulla riproposizione su larga scala del famigerato schema Ponzi. La ricchezza reale decresce a vista d’occhio, ma tutti si affannano a distribuire a piene mani redditi e privilegi costituzionalmente ineccepibili. L’asse Roma-Atene sembra più solido che mai!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:28