Alfano: il ministro che vide un altro film

È ufficiale: Angelino Alfano è un cretino. Perché solo un cretino potrebbe usare i medesimi toni surreali utilizzati dal ministro dell’Interno a proposito degli scontri che hanno portato, il giorno del 1 maggio, la devastazione nelle strade di Milano. Alfano gioisce perché non c’è scappato il morto. E gli agenti feriti durante gli scontri? I negozi devastati e le auto incendiate, cos’erano? Birichinate di quattro teppistelli, figli di papà? Il ministro, al pari del suo capo, Matteo Renzi, non ha contezza della realtà.

Venerdì 1 maggio per le strade di Milano si è vista guerriglia urbana della peggiore specie. I black bloc hanno agito quasi indisturbati nel colpire al cuore la comunità meneghina. Le forze dell’ordine, a causa delle direttive ricevute, si sono limitate ad azioni di contenimento evitando il contatto diretto con la controparte. Il che è già una sconfitta. Il prezzo di questa calata di braghe istituzionali è stato caricato per intero sulle spalle di quei cittadini che hanno pagato caro un pomeriggio di ordinaria follia. Diranno i buonisti: che sarà mai qualche vetrina spaccata e qualche auto incendiata, questo è il costo della democrazia. Democrazia un corno! La verità è che una parte degli italiani è arcistufa di questa retorica a senso unico. Valgono le vite umane, anche quelle più spregevoli. Non ne siamo entusiasti, ma passi. Tuttavia, dov’è scritto che i beni debbano essere considerati soltanto per il loro controvalore economico? Esistono situazioni nelle quali non soltanto le persone ma anche le cose custodiscono la vita. Talvolta sono esse stesse vita.

Quando un luogo è la materializzazione di un’esistenza, se non di più esistenze, perché ne contiene ogni cosa: il passato, il presente, il futuro, che diritto hanno quattro criminali organizzati di annientarlo? Ci auguriamo che tutti i colpiti abbiano la forza economica di riparare presto i danni. Ma se sciaguratamente non dovessero averla e se questa incapacità dovesse pregiudicare l’avvenire loro e delle loro famiglie, chi ne pagherà le conseguenze? Bene ha fatto il governatore Maroni ad annunciare che Regione Lombardia avvierà un fondo per risarcire le vittime. Ma ci potrebbe volere del tempo per entrare in possesso dei denari. Alfano mente, sapendo di mentire. Ben altro avrebbe dovuto fare per evitare il peggio. Per esempio: vietare che il corteo transitasse per le strade del centro cittadino. Tutti sapevano che sarebbe finita male ma questo governo di vigliacchi si è ben guardato dall’impedire ai contestatori dei centri sociali di portare la guerra in casa. Probabilmente per non dispiacere il sindaco Pisapia che tanto ama quel mondo. Alfano tace una verità impronunciabile: i black bloc, i picchiatori, non sono teppistelli isolati, ma rappresentano il settore operativo della più vasta area del pacifismo ideologico. Parafrasando Von Clausewitz, i black bloc sono la prosecuzione con altri mezzi delle politiche dei centri sociali e affini. Non a caso i picchiatori si collocano nel cuore delle manifestazioni no-global, no-tav, no-ponte sullo Stretto, non-accidenti a loro! Non ne sono affatto una frangia emarginata. Dopo le azioni violente ritornano tra gli altri manifestanti dai quali sono accolti e aiutati a mimetizzarsi. Ogni qualvolta Alfano parla ci ricorda da che parte stare. Non dalla sua. Tuttavia ci duole pensare che abbia usato i voti del popolo di destra per trovarsi un lavoro da palafreniere della sinistra in sella.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:15