Renzi e le sberle di Crocetta e Marino

Con Emiliano e De Luca ha perso. E ora rischia di fare altrettanto con Crocetta e Marino. Matteo Renzi fa il Napoleone sul terreno politico nazionale sbaragliando i suoi avversari interni ed esterni, ma quando si deve misurare con gli esponenti locali del proprio partito che non si lasciano intimidire dal vincitore delle ormai lontane Europee, deve segnare il passo o addirittura arretrare vistosamente.

Da che dipende questa singolare sorte che minaccia di appannare pesantemente l’immagine dell’eterno vincente che il Premier si è cucita addosso con tanta cura ed attenzione? La ragione sembra essere l’investitura elettorale. Che Emiliano, De Luca, Crocetta e Marino hanno avuto e che Renzi non può vantare. Il Presidente del Consiglio non è arrivato a Palazzo Chigi sull’onda di un voto popolare, ma grazie ad una congiura di palazzo realizzata all’interno del Partito democratico.

Questa causa è sicuramente importante. Emiliano, De Luca, Crocetta e Marino hanno alle spalle una investitura elettorale che Renzi non ha. E questo consente loro di resistere alle antipatie ed alle pressioni di Palazzo Chigi arrivando a sfidare apertamente il Presidente del Consiglio ed il segretario del Pd sul terreno della legittimità democratica.

Ma, anche se significativa, questa ragione non è sufficiente a spiegare il fenomeno dei cacicchi locali del Pd che non si lasciano asfaltare dal capo del Governo e loro leader fino addirittura ad intaccarne la credibilità e l’autorevolezza a livello nazionale.

La verità è che Renzi ha conquistato Palazzo Chigi con una congiura ed il vertice del Pd con una brillante operazione di marketing politico, ma non controlla un partito frantumato in infinite conventicole locali ed a cui non sa dare un volto ed una prospettiva unitarie.

Il problema del Premier, in sostanza, è duplice. Ha un partito che non risponde ai suoi ordini perché in parte lo considera estraneo alla propria storia ed in parte è ancorato ad interessi locali consolidati da tempo. Ma non può cambiare questo partito adeguandolo a se stesso perché non sa dare a questo adeguamento un significato diverso da quello della conversione acritica ad un leader senza radici. Dopo quelle ricevute da Emiliano e De Luca, quindi, non è escluso che Renzi debba incassare anche le sberle di Crocetta e di Marino!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:18