Dopo giorni di vane ricerche politiche, alla fine Emma Bonino è stata localizzata: lavora per il corso che terrà Enrico Letta nella scuola di alta formazione politica a Parigi. L’ex premier che la volle a ministro degli Affari Esteri su suggerimento di Napolitano, a sua volta reiteratamente incalzato da Marco Pannella.
Si risolve quindi il giallo politico dell’estate, “Emma for president” adesso si occupa della selezione in entrata di questa alta scuola politica e istituzionale diretta da un ex democristiano di sinistra. Ed è stato proprio Letta a dirlo, en passant, in un pensoso articolo pubblicato l’altro giorno su “Il Fatto Quotidiano”. Titolo del pezzo: “Meritiamo di più di House of Cards”. Enrico Letta sfoga il suo ormai annuale rancore verso Matteo Renzi e per farsi bello dice di non avere desideri di rivalsa, ma di essere solo interessato a questa scuola di “alta” formazione politica (quella “bassa” la lascia evidentemente al Pd renziano), i cui allievi vengono vagliati nientepopodimeno che da Emma Bonino, la quale, noblesse oblige, poche ore prima aveva rinfacciato a Pannella i 2500 euro mensili che continuava a versare al Partito Radicale. Insomma, una delle tante espressioni “alte” della scuola di formazione politica di Letta. Per occuparsi della quale la Bonino trascura i propri - ormai quasi ex - compagni di partito.
Rilette con il senno di poi fanno ridere anche le tante disquisizioni sul “Marco guerriero” e la “Emma istituzionale”. Meglio invece sarebbe stato parlare di idealismo politico contrapposto ad opportunismo. Ed è difficile dare torto al vecchio leone radicale che si incazza per questi atteggiamenti ormai palesemente distaccati da parte della compagna di lotta di una vita.
Speriamo solo che il suddetto leone non faccia la fine di Cecil, il felino abbattuto da un dentista americano che per 50mila dollari, compiendo un reato, si è portato a casa testa e criniera dell’animale. Una sorta di trofeo della vergogna.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:16
