Matteo, stai sereno...

Che carino Matteo Renzi: ieri ci ha fatto sapere di aver visitato una Festa dell’Unità in provincia di Reggio Emilia per salutare i volontari ed ascoltare la gente che, come al solito (lisciatina all’elettorato), gli risulta essere più avanti della politica.

Struggente il suo racconto delle pacche sulle spalle verosimilmente ricevute dalle mamme e dai papà piddini, i quali lo hanno addirittura incoraggiato ad andare avanti per il bene dei bambini perché (frase fatta e nazionalpopolare) sono loro il futuro.

Nessun discorso “da addetti ai lavori” gli è giunto dalla piazza; solo incoraggiamenti ad intervenire su tasse, pensioni e lavoro. Stessi incoraggiamenti che ha ricevuto a Rignano, il paese dov’è cresciuto, quando è tornato dopo qualche anno di assenza per prendere un caffè allo stesso bar di sempre (sembra di udire Ramazzotti intonare “nato ai bordi di periferia…”). Per il novello regista di telenovelas temporaneamente prestato al Governo, “c’è un’Italia bella e profonda che non segue i lanci di agenzia, ma che chiede un Paese più semplice e si fida di ciò che stiamo facendo”.

Ma certo, #matteostaisereno che il pueblo ti ama perché si sente parte (lesa?) del tuo progetto e non crede nemmeno per un minuto che la tua sia una sviolinata fatta in una Regione (l’Emilia) che alle scorse elezioni amministrative ha disertato le urne. Stai sereno perché tanto tutti sanno che stai lavorando per il Popolo, applicandoti giorno e notte su riforme che riguardano il quotidiano della gente come la legge elettorale, il Senato, la Rai.

Tutti sanno che alla Corte dei Conti ci sono dei gufi che osano addirittura dire che la spesa pubblica è in aumento, così come all’Istat ci sono degli invidiosi che parlano di situazione macroeconomica piatta (ma con prospettive di futura eventuale crescita).

Qualcuno dal Sud Italia che rema contro parla anche di immigrazione fuori controllo e di un Meridione abbandonato a se stesso, con un tasso di crescita inferiore a quello greco. Hai ragione perché sono i soliti terroni che si piangono addosso, razza di zoticoni ingrati incapaci di capire la moltitudine di provvedimenti che tu hai messo sul tavolo per loro. I detrattori non ti meritano ma, grazie al buon Dio (sarà forse un tuo lontano parente, questo buon Dio?), sono una minuscola minoranza di cornacchie incapaci di comprendere che è questa l’Italia che riparte. Matteo, sembri Fausto Coppi, non temere e stai sereno perché questa è la volta buona… che ti ci mandano. A meno che Silvio non ti abbracci ancora, attirando su di sé la sfiga da te accumulata in mesi di annunci a vuoto, facendoti fare, al suo confronto, la figura dello statista.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:27