Il vuoto degli Usa ed il pieno di Putin

venerdì 2 ottobre 2015


I vuoti, in politica non importa se interna o internazionale, sono destinati ad essere sempre riempiti. Per cui il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, non deve stupirsi o lamentarsi se al ritiro progressivo degli Usa dal Medio Oriente ed in particolare dall’area sirio-irachena corrisponde un ingresso sempre più marcato e significativo della Russia di Vladimir Putin.

Il presidente americano avrebbe voluto che il vuoto fosse rimasto tale o che al massimo potesse essere riempito da quell’Iran post-komeinista con cui ha stipulato un trattato che negli intendimenti dovrebbe servire a rinviare di una decina di anni la costruzione de parte del governo iraniano di un’arma nucleare e ad evitare un conflitto a breve tra Teheran ed Israele. Ma il suo è rimasto un desiderio appagato solo per metà. Gli iraniani post-komeinisti stanno aumentando progressivamente, proprio grazie al disimpegno ed al grazioso sostegno indiretto Usa, la loro influenza sull’area. Ma nel frattempo Putin non è rimasto a guardare e con una adeguata presenza militare e con i raid aerei contro i nemici di Assad (Isis ma anche ribelli armati dagli Stati Uniti) ha messo concretamente in chiaro che da adesso in avanti qualsiasi soluzione possa essere trovata per la crisi mediorientale bisognerà coinvolgere in maniera diretta la sua nazione.

I russi in Siria mantengono basi navali da alcuni decenni. Ma con la mossa con cui Putin ha colmato il vuoto Usa tornato ad avere in Medio Oriente una presenza politica di grande peso, paragonabile a quella che avevano ai tempi del regime nasseriano in Egitto.

Questa presenza suscita grandi timori tra chi è rimasto fermo all’atlantismo rimasto fermo agli anni precedenti la caduta del Muro di Berlino. Ma, alla luce del fallimento della politica portata avanti da Obama in Medio Oriente ed in tutto il bacino del Mediterraneo, appare come un possibile fattore di stabilizzazione alla luce sia del disimpegno Usa che dell’assenza di una qualsiasi politica degna di questo nome da parte dell’Unione europea.

Per chi ha guardato sempre ad Ovest per continuare ad avere una luce di democrazia e di pace è difficile incominciare a prendere in considerazione che si debba iniziare a guardare anche ad Est ed al suo autocrate. Ma se gli Usa di Obama hanno rinunciato al proprio ruolo ed hanno spento la loro luce creando le condizioni del caos nel Mediterraneo e se la Ue è inesistente, da qualche parte bisognerà pur guardare. Quantomeno per una politica di riduzione dei possibili danni!


di Arturo Diaconale