L’insostenibile leggerezza del Premier

Intervenendo al primo “Digital Day” italiano, tenutosi nella Reggia di Venaria (Torino), Matteo Renzi ha sparato un micidiale uno-due, confermandosi il miglior spara-balle della politica italiana in servizio attivo permanente. Tenendosi aderente al tema del convegno, questo campione della supercazzola ha dichiarato che per combattere efficacemente il terrorismo occorrerebbe “taggare i potenziali sospetti”. Mentre in merito all’evasione fiscale ha detto che possiamo ridurla a zero con la digitalizzazione del sistema dei controlli.

Ora, rifiutandomi di commentare nello specifico codeste colossali sciocchezze, ciò che emerge con una certa tristezza è l’insostenibile leggerezza con la quale questo signor saccentello affronta le questioni più spinose sul tappeto. Sia che esse appartengano al piano molto complesso del terrorismo di matrice islamica e sia che rappresentino un portato sistemico come la cosiddetta evasione fiscale, costui sembra aver trovato la sua personale pietra filosofale per risolvere con un colpo di genio qualunque problema.

Renzi tende a trattare come emeriti cretini tutti quelli che lo hanno preceduto, mostrando al popolo l’irrisoria facilità con cui egli sostiene di poter trasformare non solo l’Italia, bensì il mondo intero nel luogo della perfetta felicità collettiva. In realtà si tratta solo di una dimensione virtuale, fatta di pure chiacchiere sparse ai quattro venti, ad uso e consumo degli ingenui e degli sprovveduti. Un puro illusionismo parolaio che, tuttavia, continua a tenere a galla il nostro impareggiabile Mandrake fiorentino.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 17:52