Dalla società civile all’area civica

venerdì 27 novembre 2015


La crisi internazionale che infiamma parte del Mediterraneo rischia di investire anche il nostro Paese. Il caos in atto in Libia e il tentativo di destabilizzazione terroristica che viene compiuto in Tunisia sono avvisaglie dal significato inequivocabile. Il nostro territorio può ritrovarsi in prima linea nello scontro con il Califfato islamico da un momento all’altro.

Rispetto a questa drammatica eventualità, il Paese risulta del tutto impreparato. Lo è da un punto di vista morale e culturale visto che il pensiero unico dominante stabilisce come postulato l’impossibilità concettuale di essere risucchiati in una condizione di conflitto. Lo è per quanto riguarda la difesa, il cui sistema è predisposto per le missioni internazionali di pace ma appare assolutamente inadeguato per fronteggiare emergenze più gravi. Ma lo è, soprattutto, per quanto riguarda la stabilità e la credibilità di un governo che è roso dalle lotte intestine del Partito Democratico, che si regge essenzialmente sull’asse economico-finanziario Marchionne-De Benedetti, sull’interessato sostegno esterno della Merkel e di Obama, sulla divisione della sua alternativa naturale rappresentata dal centrodestra e sulla totale inaffidabilità dell’alternativa costituita dai Cinque Stelle.

Un governo che a dispetto del suo leader “gloriosus” appare così scombiccherato da non essere in grado di fronteggiare alcuna emergenza internazionale. Di qui l’assoluta necessità di ricostruire e consolidare l’unica alternativa credibile e possibile al centrosinistra dilaniato dalla lotta tra renzismo ed antirenzismo, cioè il centrodestra. E di compiere questa operazione al più presto, puntando non solo alla riaggregazione dello schieramento moderato ma anche al suo allargamento all’area in grado di intercettare gli interessi ed i valori di quella parte della società nazionale animata da spirito civico.

Fino ad ora si è sempre parlato di società civile come alternativa a quella politica. Ma chi ha proposto di sostituire la seconda con la prima è risultato un mistificatore e la società civile che si è candidata alla sostituzione si è rivelata inadeguata. Nel frattempo, si è fatta largo spontaneamente nei comuni e nel territorio una massa sempre più ampia di movimenti animati da forte spirito civico. Ed è a questa società civica che si deve fare riferimento per innervare e rilanciare lo schieramento moderato, portatore naturale dei valori di libertà e di comunità contenuti nello spirito civico.

Il progetto è estremamente ambizioso. Ma lo stato d’emergenza che domina il Paese lo giustifica. Ed è per attuare un progetto del genere che abbiamo dato vita alla associazione “Italia 2050 - La nostra Opinione”!


di Arturo Diaconale