La levatrice del terrorismo

Tra le tante conseguenze malefiche delle stragi terroristiche c’è l’orgia delle spiegazioni. La ricerca delle cause, almeno qui da noi, prende abbrivio dalla saccenteria. Il circolo radiotelevisivo risuona di supponenti pareri riversati sugli ascoltatori da improbabili opinionisti con pensosa gravità. I terroristi sono emarginati dalla società, sentenzia l’attricetta a spasso. No, sono vittime del liberismo selvaggio, obietta il presentatore sessantottino. Esprimono la struttura che si ribella alla sovrastruttura, filosofeggia l’indomito marxista. La povertà li genera e li esaspera, sospira il prete. Sono figli del disagio sociale, sdottoreggia il sociologo di complemento. Che tristezza! Che untuosa prosopopea! Che albagia! Che menzogna!

Una recita anziché una comprensione. Tutti a far la parte dei buoni, degli indulgenti, dei partecipi, seduti comodi davanti a microfoni e telecamere. Inni ipocriti alla fratellanza: siamo tutti americani; siamo tutti francesi; siamo tutti umani. I terroristi sono cattivi, ma non per colpa loro. Forse le famiglie, forse le scuole non li hanno capiti. Forse sono loro stessi a non capire chi sono. Quanta incomprensione nel mondo, verrebbe da dire. L’unica verità è taciuta. Nei terroristi alberga il male. Quel male che gli esseri umani riluttano a riconoscere in concreto, mentre indulgono a esecrarlo in astratto. Impiegano molto tempo prima di riconoscere che il sangue è sangue, non vernice. L’ultima mattanza di Parigi non è stata mostrata in televisione per non sconvolgere gli animi. Ma questa omissione non può essere approvata. Il rispetto dei telespettatori imponeva di mostrare, non di censurare. La massa deve vedere per conoscere e capire davvero il grado di malvagità degli assassini che uccidono nel nome di un Dio che li ha degradati al livello di porci grufolanti nel sangue umano.

Quei terroristi non avevano alcuna missione da compiere, se non compiere il male in sé. Non c’è niente da comprendere e spiegare perché tutto è incomprensibile e inspiegabile, perché ciò che è chiaro e manifesto non richiede interpretazioni e men che meno elucubrazioni cervellotiche. Intendevano fare esattamente ciò che hanno fatto: insanguinare una pista da ballo e divertirsi a incrudelire sull’altrui divertimento. Essi godono nel perpetrare i più efferati omicidi. E godono ancor più perpetrando omicidi plurimi. E godono persino nel farsi dilaniare dalla bomba adoperata per uccidere. Il suicidio per distruggere altre vite non richiede investigazioni psicologiche da parlatorio catodico. I credenti, di fronte ad un male oscuro che sgomenta, non sapendo a che Santo votarsi, evocavano e tuttora evocano il Demonio. Adesso i diavoli vedono il Demonio nel Dio altrui. I terremoti accadono, imprevedibili. Possiamo difendercene, entro certi limiti, ma non scongiurarli.

Ecco, i terroristi sono come i terremoti: un rigurgito non della Terra, ma del Male che l’umanità porta in grembo. L’emarginazione, il sistema economico, la povertà, il disagio sociale, la religione, eccetera, ne sono soltanto (soltanto!) l’occasionale levatrice.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:10