L’Araba fenice della ripresa

In Italia si assiste in questi mesi ad un fenomeno speculare molto strano, ma a mio avviso facilmente spiegabile: cresce il tasso di fiducia dei cittadini circa la ripresa del sistema economico nel suo complesso, tuttavia la stessa fiducia scende significativamente quando ai medesimi intervistati si chiede una stima sul proprio futuro nel breve e nel medio periodo. Per dirla in parole semplici, in maggioranza si è convinti che le cose andranno meglio per l’Italia ma molto peggio per i singoli italiani.

Ora, mi sembra piuttosto ovvio che si stia vivendo questa sorta di schizofrenia collettiva, circa le sorti certe e progressive di un Paese che arranca da molto tempo. Abbiamo un presidente del Consiglio, sostenuto da un imponente stuolo di grancasse mediatiche, che come un forsennato ci mitraglia quotidianamente con un insensato e ingiustificato ottimismo della ragione, enfatizzando al cubo qualunque dato o notiziola possa preannunciare la tanto agognata ripresona. La cosa si sta facendo talmente insopportabile agli occhi di abbia un minimo di senso critico, che definirla propaganda è fin troppo riduttivo. Occorrerebbe all’uopo coniare un termine tutto nuovo, come accade quando ci si trova di fronte ad un personaggio che abbia impresso un qualche cambiamento epocale. Forse “renzismo” potrebbe trovare posto nella nostra Treccani quale neologismo che definisca una dottrina politica in grado di creare con l’uso delle sole chiacchiere la perfetta illusione di prosperità e sviluppo per tutti.

Sta di fatto che le stesse chiacchiere stanno sempre a zero, come si suol dire, mentre i numeri continuano a raccontare un’altra favola. Tra questi è doveroso citare quelli relativi alla produzione industriale di novembre, l’ultima rilevata dall’Istat, che è scesa dello 0,5 per cento, contro un più 0,2 per cento stimato dai cervelloni al Governo. Tutto ciò comporta un quasi insignificante aumento su base annua al di sotto di un punto percentuale. Tutta roba da prefisso telefonico, insomma, con cui la faccia tosta di Palazzo Chigi vorrebbe addirittura trainare l’intera Europa.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:03