Amministrative e fine dei trasformisti

sabato 6 febbraio 2016


Parisi a Milano, Marchini o Bertolaso a Roma, Lettieri a Napoli. A dispetto della grande stampa che cerca di trasformare la politica italiana solo in una questione interna del Partito Democratico, con i suoi candidati il centrodestra ha la concreta possibilità di vincere le elezioni amministrative nelle tre principali città italiane.

Certo, la campagna elettorale è ancora da iniziare e può riservare sorprese. Come sempre. Ma il dato indubitabile, confermato dai sondaggi e dalla realtà, è che il fronte dei moderati non è affatto scomparso ma è sempre e comunque in campo e, oltre ad avere buone possibilità di vittoria, si conferma come l’unica alternativa politica possibile e praticabile al centrosinistra renzizzato dal Premier peronista.

Questo dato fa della realtà del Paese fa a pugni con il dato della realtà parlamentare. Alla Camera ed al Senato il centrodestra è lacerato dalle scissioni di Angelino Alfano e Denis Verdini ed è polverizzato dalla transumanza dei trasformisti di ogni genere verso l’area del potere renziano. Se a Roma, Milano e Napoli gli elettori fossero l’espressione dei senatori e dei deputati, l’area dell’opposizione moderata non esisterebbe più. Invece si verifica l’esatto contrario. Al punto che i candidati del centrosinistra sono fin troppo consapevoli che i loro avversari più temibili non sono i candidati del Movimento Cinque Stelle, ma proprio gli antagonisti del centrodestra capaci di tenere unito il proprio schieramento.

Il significato di questa incontestabile circostanza è duplice. Da un lato riguarda la vita politica nazionale. Che dopo le elezioni amministrative non potrà non tornare ad essere segnata dal ritorno di un bipolarismo non imposto dalle alchimie istituzionali o parlamentari, ma dalla volontà sovrana dei cittadini. Dall’altro tira in ballo la classe parlamentare del centrodestra, quella delle scissioni e dei trasformismi, che risulterà fatalmente squalificata e delegittimata. E, soprattutto, destinata ad essere nella quasi totalità rottamata e messa a riposo forzato. Non per volontà di questo o quel leader, ma per scelta diretta del corpo elettorale.

È facile prevedere che i trasformisti, i voltagabbana e gli approfittatori annidiati in Parlamento accelereranno la loro corsa per salire sul carro renziano. Ma per loro le amministrative suoneranno comunque la campanella dell’ultimo giro!


di Arturo Diaconale