La guerra in Siria, il sonno di Renzi

Quando la guerra è tutti contro tutti la confusione è al massimo, ma il conflitto risulta sempre limitato ai litiganti ed al loro terreno di scontro. Ma quando il caos si dirada ed i contendenti si aggregano in schieramenti contrapposti, il conflitto rischia di allargarsi ed assumere dimensioni sempre più grandi e pericolose.

Quanto sta avvenendo in Siria sembra confermare questa considerazione. La guerra in cui non si capiva chi combattesse chi si è trasformata in un conflitto che vede da una parte Russia, Iran ed Assad e dall’altra Turchia, Arabia Saudita ed Emirati. Con l’Europa che evita accuratamente di prendere una qualche posizione ed appare in grado solo di subire le conseguenze della mattanza in corso, trasformandosi in punto di riferimento passivo delle centinaia di migliaia di profughi in fuga dalle loro case. E con gli Stati Uniti che nell’incertezza tra portare fino in fondo la politica di Obama di riavvicinamento all’Iran rompendo definitivamente con l’Arabia Saudita e conservare la vecchia alleanza con Riad anche a costo di riaprire lo scontro con Teheran, scaricano bombe nel deserto dichiarando di voler colpire l’Isis ma appaiono politicamente assenti dal punto di crisi più pericoloso del pianeta.

La guerra in corso è formata da tante guerre diverse. Quella degli sciiti contro i sunniti, quella tra Iran ed Arabia Saudita e Turchia per l’egemonia nella regione, quella tra Russia ed Europa e Usa per conquistare una posizione di preminenza nell’area che producendo petrolio e petrodollari appare tra le più determinanti per le sorti dell’economia mondiale.

Tutte queste guerre possono sfociare in un conflitto allargato che può tracimare dal Medio Oriente ed arrivare anche nel Mediterraneo centrale fino a coinvolgere anche il nostro Paese?

La risposta è sicuramente “si”. Mentre il Parlamento ed il governo discutono del sesso degli angeli, delle adozioni a beneficio del superstite di una coppia omosessuale e degli uteri in affitto, ventate di guerra allargata minacciano di scaricarsi sul Paese assolutamente impreparato sia materialmente che moralmente. Matteo Renzi dovrebbe essere il primo a riconoscere l’esistenza di un pericolo del genere. Ma non sembra consapevole del rischio in corso. L’auspicio è che si svegli prima che sia troppo tardi!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05