Il futuro di Renzi

Nessuno dubita che, grazie all’apporto ostentato dei 17 senatori verdiniani a cui si aggiungeranno alcuni fittiani ormai in fase di allontanamento dal loro capo, il governo riesca a far approvare il provvedimento sulle unioni civili. Chi pensa che la legge Cirinnà possa essere l’occasione per provocare uno scivolone a Matteo Renzi si illude. Il trasformismo parlamentare è più forte di qualsiasi caso di coscienza. Per cui non rimane che auspicare una sollecita chiusura di una vicenda su cui si è costruito, in parte inconsapevolmente ma in gran parte volontariamente, un enorme polverone capace di nascondere l’enorme gravità del pericolo che grava sul Paese.

Questo pericolo, nascosto dalla cortina fumogena provocata dalle questioni di principio legate alla legge sulle unioni civili, è rappresentato dal possibile crollo delle banche italiane aggredite dalla solita speculazione internazionale e dal sempre più probabile e conseguente riavvitarsi di una crisi economica da cui il Paese non è mai stato capace di uscire in maniera decisa e definitiva.

L’auspicio, in sostanza, è che esaurita una vicenda a cui è interessata una ristrettissima minoranza di cittadini si possa finalmente prendere consapevolezza del problema che invece grava sulla quasi totalità dei sessanta milioni di italiani.

Fino ad ora il governo ha usato le unioni civili come paravento per nascondere l’aggravarsi della situazione. Ma il giorno in cui la legge verrà approvata grazie alle solite transumanze dei trasformisti, il paravento dovrà necessariamente scomparire. E l’Esecutivo sarà chiamato ad uscire dal suo ottimismo di maniera ed a compiere le scelte necessarie per fronteggiare la situazione e ridare un minimo di fiducia ad un Paese devastato da una crisi infinita.

Fino ad ora l’unica soluzione perseguita da Renzi è stata l’allargamento dei vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea con l’obiettivo di poter usufruire dei soldi necessari per le solite mance elettorali da distribuire prima delle elezioni amministrative di primavera e del referendum d’autunno. Ma è fin troppo evidente che questa strada sia senza uscita. Non solo perché l’Europa non intende allentare i vincoli, ma soprattutto perché non è possibile rilanciare l’economia con le mance elettorali.

Serve altro. Ed è su questo che Renzi si gioca il futuro!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 19:03