L’economia degli stregoni

Siamo fatti per non capirci. Non solo tra italiani. Anche tra italiani e tedeschi. Soprattutto tra liberali, da una parte, e conservatori e socialisti dall’altra, i quali ultimi, quanto a questo, sono così simili da sembrare identici.

La quasi totalità dei partiti ufficiali, di destra, centro, sinistra, pensa e grida che i guai nostri sono figli dell’austerità imposta dall’Europa. Persino Matteo Renzi lo afferma e, a parte un europeismo di maniera, quando invoca la flessibilità non intende qualcosa di molto diverso da un Berlusconi, da una Meloni, da un Alfano, da un Salvini, da un Fassina, da un Vendola, eccetera. Tutti questi nostri governanti, e i loro reggicoda, invocano l’aumento della spesa pubblica. Ovviamente, la scusa, il pretesto, il pio desiderio di costoro consiste nella pretesa di far sviluppare l’economia, aumentare il reddito nazionale, crescere l’occupazione spendendo altri soldi che non hanno e che, con suprema coerenza, escludono di reperire con nuove tasse o nuove aliquote. Sempre con inattaccabile coerenza promettono che ridurranno il debito pubblico mentre domandano all’Europa di allargare il deficit annuale.

Insomma, la botte piena e la moglie ubriaca. Sennonché la botte è vuota e la moglie è sobria. Al momento, questi nostri sgovernanti sbattono la testa come mosche sotto il bicchiere. Non possono aumentare le tasse, per non uccidere la moribonda economia; non possono sfondare il deficit consentito, per non essere bacchettati e processati dall’Europa; non possono aumentare il debito per non spaventare i creditori o per non doverli remunerare con crescenti interessi. Sono al buio e perciò fischiano per darsi coraggio.

Il Governo Renzi fa molto peggio: inganna gli italiani con dosi crescenti di ottimismo, attacca i dissenzienti ed insulta la loro intelligenza lasciando intendere che, sì, lui sarebbe pronto e capace di uscirne se non gli legassero le mani quei cattivoni di Bruxelles. Prendersela con la perfida Albione o con l’insensibile Merkel o con i partiti alleati o con il malaugurio degli avversari è un esercizio collaudato, un vezzo storico dei governi italiani incapaci persino di confessare l’impotenza, gli errori, l’inerzia o semplicemente di saper dire la verità. Nonostante la Banca centrale europea abbia inondato di euro l’Unione, non se ne vedono gli effetti sperati. La stampa frenetica di moneta ha creato una gigantesca onda inutilmente dispersa nelle sabbie e nelle spugne degli apparati bancari. Per fortuna di tutti i salariati, stipendiati, pensionati, non si è generato il falò dell’iperinflazione, sebbene la creazione di moneta venga definita “accomodante” (sic!) con un eufemismo non meno creativo.

La verità, per nostra fortuna, possiamo ascoltarla, e ripetuta, dai tedeschi: “Ci sono politiche monetarie estremamente accomodanti, ma hanno raggiunto il limite al punto da diventare controproducenti; se vogliamo che l’economia reale cresca non ci sono scorciatoie che aggirino le riforme”. Ecco, la tragedia dell’attuale politica italiana, un’attualità purtroppo durevole, consiste essenzialmente nel fatto che il 95 per cento del Parlamento e il 100 per cento del Governo, delle Regioni, dei Comuni sono convinti che le scorciatoie siano la via migliore.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 19:43