Un referendum contro l’Italicum

mercoledì 29 giugno 2016


Il punto di maggiore debolezza della riforma costituzionale voluta da Giorgio Napolitano e da Matteo Renzi è il suo intreccio inscindibile con la legge elettorale chiamata Italicum. Per convincere il Premier a cambiare quest’ultima molti minacciano di votare “no” nel referendum sulla riforma della Costituzione. Al tempo stesso, però, non ci vuole grande acume nel rilevare che se cambia l’Italicum ed al posto del premio di maggioranza alla lista arriva il premio di maggioranza alla coalizione, la riforma costituzionale diretta a rinforzare al massimo l’esecutivo attraverso l’elezione diretta (ma non dichiarata) del suo leader perde la sua carica innovativa e serve non ad abolire il bicameralismo perfetto ma solo a declassare il Senato a dopolavoro romano di sindaci e consiglieri regionali.

Questo intreccio sembra fatto apposta per sostenere le ragioni di chi insiste su Renzi per non cedere alle pressioni di chi chiede la modifica dell’Italicum. Ma tanta insistenza, che non tiene conto che se il Premier vuole governare fino alla scadenza della legislatura deve necessariamente andare incontro alle richieste di sopravvivenza dei “cespugli” indispensabili alla maggioranza, indica con esattezza il punto di debolezza del pastrocchio costituzionale che verrà sottoposto a referendum confermativo nel prossimo autunno. Questa debolezza si chiama legge elettorale. Che, a differenza della riforma costituzionale può essere modificata in legge ordinaria. Ma che, se anche Renzi riuscisse a tranquillizzare i “cespugli” promettendo loro mari e monti ed a convincerli a mantenere la legge che li trasforma negli agnelli da sacrificare a Pasqua, può essere aggredita anche per via extraparlamentare. Cioè con un apposito referendum destinato a cancellarla ed a rimettere automaticamente in gioco lo stesso impianto costituzionale eventualmente modificato da un sempre meno probabile “si” ad ottobre.

Chi chiede la modifica dell’Italicum e si prepara a sostenere le ragioni del “no” al referendum costituzionale farebbe bene a tenere conto di questa possibilità. In fondo non dovrebbe essere difficile da un punto di vista organizzativo realizzare accanto alla campagna per il “no” una raccolta di firme per un referendum abrogativo sull’Italicum. Un referendum che in caso di vittoria del “si” potrebbe diventare il secondo tempo della partita Renzi contro il resto del Paese!


di Arturo Diaconale