La cornucopia di Cesare Damiano

Sovrastate da un’impressionante sequela di emergenze internazionali, le notizie economiche che ci riguardano direttamente sembrano passare in secondo piano. Così quasi nessuno si è accorto che le maggiori agenzie di rilevamento, tra cui Fondo monetario internazionale, Banca d’Italia e Confindustria, rivedono al ribasso il secondo trimestre del 2016. Da uno striminzito +0,25 per cento, le stime sulla crescita economica del Paese dei cantastorie si attesterebbero ad un ridicolo +0,15 per cento. Ciò significa, in soldoni, che continuiamo ad essere inchiodati ad una perenne stagnazione, a prescindere dagli effetti più o meno duraturi della famigerata Brexit.

Tuttavia, incurante di un sistema economico che stenta sempre più a creare valore aggiunto, Cesare Damiano prosegue il suo ossessivo pressing nei riguardi del Governo Renzi per ottenere nel settore caldo delle pensioni ulteriori pasti gratis da distribuire in cambio dell’eterna gratitudine elettorale dei relativi beneficiari.

In particolare, questo campione del dissesto finanziario preme affinché lo stesso Governo apra un tavolo coi sindacati tradizionali per fare il punto sulle trattative in corso sulle pensioni, ricordando che “sarebbe fortemente negativo non aver concluso il confronto prima dell’avvio della campagna elettorale sul referendum costituzionale”.

In pratica, fuor di metafora, Damiano esorta l’Esecutivo dei rottamatori del buon senso a perpetrare l’ennesimo saccheggio della diligenza targata Inps in tempo per poterne capitalizzare gli effetti a ridosso del referendum delle cento pistole. Tutto questo basandosi su due elementi che caratterizzano sempre più la nostra democrazia: un elettorato sempre più anziano e una maggiore astensione da parte delle fasce più giovani. Da qui la rinnovata propensione di questi statisti al contrario, a cui nulla importa delle prossime generazioni, a comprarsi i voti ipotecando il futuro degli ultimi arrivati. Vergognoso.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:01