L’accoglienza senza  soldi ed il populismo

Il Paese dell’accoglienza non ha i soldi necessari a garantire l’accoglienza stessa. Pare che manchino le risorse necessarie per assicurare l’assistenza nei centri di raccolta ad almeno ventimila profughi. Una cifra che però non è certa ma può alzarsi ulteriormente visto che il flusso dei migranti non è affatto cessato e potrebbe portare alla fine dell’anno il numero complessivo di chi è entrato in Italia oltre la quota di 180mila persone.

Il Governo spera di usare questi numeri per avere maggiore flessibilità da parte dell’Unione europea. Matteo Renzi alza la voce in Europa per far passare la richiesta che le spese per l’accoglienza non rientrino nei limiti fissati alla spesa pubblica. Ma dalla Ue continua ad arrivare la risposta che lo sforamento dei parametri deve essere eccezionale e non può essere continuato nel tempo e diventare strutturale. E, quindi, è facile prevedere che i soldi mancanti per l’accoglienza dovranno essere reperiti attraverso un ulteriore aumento della pressione fiscale. Che sarà mascherato quanto si vuole ma che peserà comunque sulle spalle dei contribuenti italiani. Con il risultato che le proteste contro l’accoglienza non controllata aumenteranno ed il tema dell’immigrazione, così come avviene in tutti gli altri Paesi d’Europa, diventerà centrale nell’anno che precederà la scadenza della legislatura e le future elezioni politiche.

I nemici del cosiddetto populismo farebbero bene a tenere conto di questo dato reale piuttosto che continuare ad esorcizzare il problema bollando come razzista il malcontento popolare suscitato dall’accoglienza incontrollata. Chi pensa che in Italia la questione non possa assumere le dimensioni politiche presenti in Francia, in Austria, nei Paesi dell’Est europeo e nella stessa Germania compie un errore grossolano. Pensa che il lepenismo italiano sia solo quello di Salvini e non si rende conto che oltre ad essere anche quello di Grillo si va estendendo in settori sempre più larghi della società nazionale. Ad essere immune rimane la casta dei privilegiati sorretta mediaticamente dalla casta degli intellettuali e dei giornalisti politicamente corretti. Ma queste due caste sono sempre più ristrette. E, per quanto riguarda gli intellettuali ed i giornalisti, sempre più squalificate. Gli insulti e gli spintoni dei grillini a Palermo contro gli operatori dell’informazione sono un segnale da condannare ma che è fin troppo chiaro. Prima o poi le caste vengono svuotate. Soprattutto quelle ottuse!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:06