Le contraddizioni di Galli della Loggia

Ernesto Galli della Loggia si è convinto che Matteo Renzi abbia scippato le idee alla destra e che la destra, diventata priva di idee, non abbia più la possibilità e la capacità di parlare al Paese. Se questa fosse la sola convinzione di Galli della Loggia ci sarebbe poco da dire. Al massimo si potrebbe cercare di rilevare come le qualità di scippatore di Matteo Renzi siano decisamente modeste visto che delle idee rubate sa solo esprimere la parte meno importante e superficiale.

Ma il professore ha una seconda convinzione. Che per la verità è addirittura la prima visto che la ripete ossessivamente da tempo immemorabile. E questa convinzione stabilisce che la destra italiana, a causa della sua storia segnata dal fascismo prima e dalla ghettizzazione dell’antifascismo poi, di idee non ne ha neppure mezza. A suo parere avrebbe dovuto essere l’espressione della cultura conservatrice liberal-cristiana presente in Europa. Ma non essendo riuscita questa cultura ad attecchire in Italia per motivi su cui Galli della Loggia non si dilunga ma che potrebbero anche consistere in qualche deficit antropologico dei destri del nostro Paese, le idee non ci sono e difficilmente potrebbero spuntare da un retroterra umano e culturale di così basso livello.

Ma se le idee della destra italiana non esistono, quali sono le idee che Renzi avrebbe scippato alla stessa destra prendendone il posto e diventando il punto di riferimento dei moderati nazionali?

C’è una bella contraddizione nella riflessione di Galli della Loggia. Una contraddizione che potrebbe essere superata solo ammettendo che il vuoto di idee della destra è stato riempito da un personaggio che del vuoto ha fatto la propria bandiera.

In realtà non è proprio così. Perché il presunto vuoto renziano è formato dalla scimmiottatura approssimativa e sbagliata di alcune idee che la destra, intesa come area moderata plurale, ha sempre coltivato e non ha mai abbandonato. Due esempi per tutti. L’esigenza di rafforzare l’Esecutivo in un sistema parlamentare nato proprio per ridurre il potere del Governo è una costante della destra. Solo che mentre i moderati, da Pacciardi in poi passando per Craxi e Berlusconi, avrebbero voluto rafforzare l’Esecutivo sostituendo il sistema parlamentare con quello presidenziale, Renzi scopiazza malamente l’idea tirando fuori una riforma costituzionale diretta solo a rinforzare il proprio potere personale. A sua volta, la rivendicazione della sovranità italiana rispetto ad una Europa attenta solo agli interessi dei Paesi del Nord è anch’essa una idea della destra, da sempre sostenitrice della priorità dell’interesse nazionale. Peccato che Renzi scopra questa idea quando ha bisogno di allargare il debito pubblico a dispetto delle regole europee per comperare con le mance elettorali il voto degli italiani in occasione del referendum a cui ha affidato la propria sorte.

Il caso del Corriere della Sera, dunque, è significativo. Il renzismo cortigiano ottunde anche i migliori cervelli!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05