Raggi e i giacobini anti-cemento

venerdì 17 febbraio 2017


Il via libera della giunta Raggi allo stadio della Roma rende felici i tifosi romanisti e accende speranze in quelli laziali. Perché mai le deroghe per lo stadio della lupa non dovrebbero scattare anche per quello dell’aquila? Ma alla soddisfazione della tifoseria calcistica della Capitale non corrisponde una identica soddisfazione tra i militanti grillini. Perché è vero che molti di loro sono appassionati di calcio e sognano dietro i colori giallorossi e biancocelesti, ma è ancora più vero che un numero altrettanto grande non intende subordinare la passione politica a quella calcistica. E considera la decisione della giunta Raggi di spianare la strada alla costruzione dello stadio della Roma e al gigantesco centro commerciale connesso, un tradimento ingiustificabile di quella battaglia contro la cementificazione che è stata l’insegna dietro cui il Movimento Cinque Stelle ha assaltato e conquistato il Campidoglio.

Virginia Raggi si è resa conto che la passione calcistica non spegne il malumore della base grillina. E ha sostenuto che il cemento di Tor di Valle è un’eredità pesante lasciata dal Partito Democratico e che se l’impegno assunto dalla giunta Marino non venisse rispettato il Comune rischierebbe una causa miliardaria di risarcimento danni.

Ma questa spiegazione di tipo legale non convince affatto chi ha portato avanti una battaglia politica contro i cosiddetti palazzinari e ha sostenuto con convinzione ed entusiasmo il “no” della Raggi alle Olimpiadi definite del cemento e della speculazione. Da adesso in poi, quindi, la sindaca di Roma non deve solo difendersi dalle accuse di abuso d’ufficio e dal discredito per la corte dei miracoli che si è messa accanto, ma deve vedersela con un nemico molto più insidioso di quello giudiziario e mediatico. Quello politico. Che verrà portato avanti da quei puri anti-palazzinari, anti-cementificatori e ambientalisti intransigenti che cercheranno di epurarla in quanto contaminata dalla speculazione.

Il rischio dei più puri che epurano è tipico dei movimenti radicali ed estremisti. Il giacobinismo all’insegna della virtù incontaminata e contro chi cede alla tentazioni è un tarlo costante di qualsiasi movimento che si dichiara formato da incorruttibili rivoluzionari. A Roma il Movimento Cinque Stelle si appresa a subire l’assalto interno dei suoi giacobini. Quelli che, come si sa, sono i veri fattori di dissoluzione dei movimenti rivoluzionari!


di Arturo Diaconale