Aria di elezioni anticipate

L’ultima è la polemica sui vaccini tra la ministra Beatrice Lorenzin e la ministra Valeria Fedeli. Ma è solo l’anello di una catena lunga destinata a protrarsi e a moltiplicarsi nelle prossime settimane. La ragione di tutte le diverse polemiche che si accendono all’interno della maggioranza di governo è che si incomincia a respirare aria di elezioni. Il collante che teneva insieme le varie componenti della coalizione perde progressivamente la sua presa sotto l’incalzare degli interessi dei singoli partiti e delle singole personalità. Insomma, anche se una nuova legge elettorale è ancora lontana, è già incominciata la campagna elettorale e ognuno pensa per sé dando per scontato che la solidarietà governativa è ormai agli sgoccioli e non vale più la pena di essere difesa.

A distinguersi in questo avvio di battaglia propagandistica non sono solo i piccoli partiti, consapevoli che nessuno ormai li può rimettere in riga con la minaccia di estrometterli da un governo considerato alle ultime battute. Ma è anche e soprattutto il partito-perno della coalizione, cioè il Partito Democratico, che proprio per ragioni elettorali non ha più bisogno di difendere a oltranza Paolo Gentiloni ma, paradossalmente, ha bisogno di distinguersi dal “Governo amico” per tornare a caratterizzarsi come forza innovatrice di cambiamento piuttosto che come forza di conservazione degli equilibri e dei poteri esistenti.

Non c’è da stupirsi, allora, se Matteo Renzi si distingue in questo tiro al bersaglio sull’Esecutivo e se Angelino Alfano e i suoi ministri sfruttano ogni occasione per distinguersi dalle altre forze governative. Capita sempre così a ogni fine di legislatura. Semmai c’è da considerare che la scadenza della legislatura è fissata per la primavera del prossimo anno e che tanto fermento pre-elettorale può avere come unica spiegazione la convinzione crescente tra tutti i partiti che a votare non si andrà nel 2018, ma nel prossimo autunno. Alla fine di ottobre? Ai primi di novembre? Qualcuno incomincia a indicare le date possibili.

A conferma che l’ipotesi non è affatto peregrina e che, fatta la legge elettorale, non ci saranno più ostacoli alle elezioni anticipate. Chi rileva che anticipare solo di qualche mese ha poco senso non tiene conto che le agonie politiche troppo lunghe non affliggono solo i governi moribondi ma rendono infernale l’esistenza di un Paese che comunque  è destinato a sopravvivere!

Aggiornato il 15 maggio 2017 alle ore 19:39