Il Qatar e i nostalgici obamiani d’Italia

I vedovi di Barack Obama piangono per la decisione dei principali Paesi arabi sunniti di isolare il Qatar considerato uno dei principali finanziatori, insieme all’Iran, del terrorismo di marca islamista. E, naturalmente, accusano Donald Trump di essere stato l’ispiratore di una decisione che viene considerata eversiva dell’ordine internazionale lasciato dal precedente Presidente degli Stati Uniti.

Il bizzarro della faccenda è che questi vedovi di Obama non sono solo i democratici statunitensi, che avrebbero ogni ragione per contestare il ribaltamento in atto della politica internazionale del proprio Paese e le ricadute che tale ribaltamento provoca nel mondo. Il singolare è che gli obamiani più obamiani di tutti sono italiani e, a quanto sembra, in gran parte annidiati nei grandi media nazionali. E questi oltranzisti della nostalgia obamiana non si limitano a ripetere il classico “quando c’era lui, caro lei”, tipico di tutti i nostalgici di ogni tempo e latitudine. Usano i loro giornali e le loro televisioni, tra cui quella di Stato, come strumenti di perenne campagna elettorale americana in un Paese come il nostro dove non si andrà a votare per il Presidente degli Usa ma per i più modesti politici italiani. E utilizzano questi loro strumenti per randellare, in nome di una superiorità antropologica e intellettuale che si autoassegnano non si sa bene a quale titolo, chiunque osi mettere in discussione le politiche del de cuius della Casa Bianca.

Il caso Qatar è significativo. I nostalgici nostrani dell’ortodossia obamiana non rilevano che l’isolamento diplomatico dell’emirato mette a rischio gli infiniti investimenti fatti in Italia dai qatarioti traboccanti di petrodollari. Di questo problema concreto non si curano affatto. Protestano con gli Stati arabi sunniti guidati dall’Arabia Saudita accusandoli di essere succubi di Trump e di avere come vero obiettivo quell’isolamento dell’Iran che Obama aveva cancellato ribaltando tutte le tradizionali alleanze Usa in Medio Oriente.

Nessuno di loro, ovviamente, ammette che il Qatar con Al Jazeera e con i finanziamenti ai gruppi estremisti islamici cerca da anni di destabilizzare gli Stati arabi contigui. E rappresenta, insieme al regime iraniano, la fonte di sostentamento principale del terrorismo islamista che devasta l’area mediorientale e colpisce sistematicamente l’Europa e l’Occidente. Nessuno di loro, infine, ha l’onestà intellettuale non di rinnegare la politica mediorientale di Obama ma, almeno, di analizzarne i pregi (se ci sono) e i difetti (che sono fin troppo numerosi).

Obama, insomma, ha sempre ragione. Un mantra d Minculpop ma anche da Terza Internazionale, modello a cui sembrano ispirarsi molti degli italici obamiani!

Aggiornato il 08 giugno 2017 alle ore 21:54