Il ritorno al voto utile per Berlusconi

Il fenomeno del ritorno all’ovile berlusconiano dei tanti parlamentari che l’avevano abbandonato per seguire i percorsi filorenziani di Angelino Alfano o di Denis Verdini non si giustifica solo con il “tengo famiglia” italico. Sicuramente la speranza di ottenere una candidatura da parte di Forza Italia costituisce una motivazione importante rispetto alla considerazione che difficilmente le formazioni di Alfano e Verdini riusciranno a confermare le rispettive rappresentanze parlamentari. Ma c’è di più nel fenomeno del ritorno. Perché se si lascia la scialuppa alfaniana o verdiniana solo per salire su un vascello considerato più solido e sicuro, vuol dire che la capacità attrattiva e il peso politico di Silvio Berlusconi e di Forza Italia hanno ripreso forza e vigore a dispetto di quanti avevano già intonato il de profundis per il Cavaliere e il suo partito.

Nel ritorno, in sostanza, c’è la consapevolezza di chi lo compie di lasciare l’imprevisto per puntare sul sicuro ma c’è anche e soprattutto la convinzione che per l’elettorato di centrodestra l’unico voto utile possibile sia quello per il partito moderato che offre le maggiori garanzie per assicurare quella stabilità politica indispensabile per consentire al Paese di uscire dalla crisi.

Il voto utile per Berlusconi e per Forza Italia nasce dalla sensazione dell’elettorato che ogni altra scelta rischia di essere inutile o, peggio, dannosa. Il fallimento delle amministrazioni comunali grilline a Roma e ora anche a Torino dimostrano in maniera incontrovertibile la totale incapacità del movimento di Beppe Grillo a governare realtà complesse. Figuriamoci il Paese! A sua volta il frazionamento dell’area di sinistra e l’odio palpabile che divide di vari leader di quel mondo un tempo egemone rende impossibile puntare sul Pd renziano o su qualche altra frazione e fazione per assicurare stabilità al sistema.

Non rimane altro, allora, che tornare ad affidarsi al centrodestra e all’unico leader che nel passato e nel presente è stato ed è in grado di poter essere il punto di equilibrio di uno schieramento composito e diversamente articolato sul territorio nazionale. I ballottaggi diranno se questa tesi sia fondata o meno.

Aggiornato il 23 giugno 2017 alle ore 22:11