Il centrodestra e le trappole dei “salotti buoni”

Il centrodestra fila come un treno nel gradimento degli italiani; il campione della coalizione, Silvio Berlusconi, è in palla. Quindi, si vince. Non si tratta di illudersi con generosi pronostici ma di guardare in faccia la realtà. Basta domandarsi cosa il Paese abbia guadagnato dalla defenestrazione del governo di centrodestra nel 2011. Niente.

Penseranno gli italiani: si stava meglio quando quelli della sinistra dicevano che si stava peggio. Cos’hanno prodotto i sedicenti “salvatori della Patria”? Tante chiacchiere e beghe infinite tra loro. Si dirà: c’è stato Matteo Renzi. Capirai che conquista. L’unica cosa che il giovanotto ha tentato di fare è di somigliare al vecchio leone di Arcore. Ma con risultati pessimi. Chiedetelo ai terremotati dell’Italia centrale che, a quasi un anno dal sisma, aspettano ancora una sistemazione decente. Chiedetelo a chi ogni giorno combatte contro un debito pubblico impazzito, alla faccia di tutta la propaganda renziana che pretende di convincerci di aver fatto mirabilia in fatto di contenimento della spesa e di crescita del Prodotto interno lordo. Che incredibile bugia! Il debito pubblico nel 2010 era di 1842,8 miliardi di euro. Ad aprile di quest’anno è schizzato a 2270,4 miliardi. E, sinistra regnante, continua a crescere.

Chiedetelo alle mamme, alle ragazze e agli anziani del nostro Paese che devono fare i conti con centinaia di migliaia di immigrati clandestini che fino al 2011 non c’erano. E che oggi ci sono, e divorano serenità e risorse delle nostre comunità locali. Chiedetelo ai 107mila italiani che, nel 2015, sono fuggiti all’estero per rincorrere quell’avvenire che il nostro Paese gli ha negato. Allora, se le brutte copie e i falsi taroccati alla guida del Paese non hanno funzionato, perché non riaffidarsi all’originale? Lo si capirà dal verdetto delle urne di domani quando la verità verrà a galla. La maggioranza degli italiani guarda a destra. Che questo sia il trend, l’hanno capito tutti. Anche quelli dei “salotti buoni” che, in Italia, sono salotti pieni di toppe. Nel presagire un ritorno in auge del centrodestra i “cadaveri eccellenti” della nostra economia e finanza si stanno preoccupando di correre ai ripari, magari suggerendo un nome per la premiership che possa rendere digeribile l’imminente calata dei barbari sui Sacri Palazzi del potere romano.

Per la guida della coalizione data vincente spunta dal cilindro del bon ton Carlo Calenda. L’attuale ministro dello Sviluppo economico del Governo Gentiloni sarebbe persona gradita ai “soliti noti”, che proprio non ce la fanno a starsene buoni e tranquilli. Dovrebbero imparare l’etica del giusto limite, ma i sacerdoti e le vestali del “sommo bene” proprio non ci riescono. Che pretesa insultante! Visto che non possono impedire agli italiani quale campo scegliere, vorrebbero imporre chi debba starne al volante. Come se l’armata del centrodestra fosse un’accozzaglia di minus habens, buoni a prendere i voti ma non a stare seduti composti ai tavoli che contano. E, cosa più grave, restii a prendere ordini da loro.

Calenda sarà pure persona capace ma sta con il centrosinistra, perciò resti dov’è. Quando toccherà al centrodestra, il padre nobile che decide la linea c’è già e si chiama Silvio Berlusconi. Che poi sia lui in prima persona a guidare la nuova fase o che l’onere venga affidato a qualcun altro scelto di comune accordo con tutti gli alleati della coalizione, si vedrà. Per il momento non vi è alcun bisogno di “un Papa straniero” che governi con i voti di Berlusconi, Salvini, Fitto e Meloni. Di unti del Signore con pretese di mandati salvifici ne abbiamo piene le scatole.

Comunque, se ne riparlerà da lunedì. Ma una cosa deve essere chiara: il centrodestra dovrà mettere sotto la lente d’ingrandimento il ruolo e i poteri d’influenza dei “salotti buoni” che hanno inguaiato l’Italia. Una bella ramazzata e finestre spalancate per far entrare aria pulita. Ecco cosa occorre all’Italia. E i “salotti buoni”? Dritti dal robivecchi al mercatino delle pulci, giusto in tempo per i saldi di fine stagione.

Aggiornato il 26 giugno 2017 alle ore 13:10