Se la Chiesa spacca il Pd

È difficile ipotizzare che dall’elezione di Papa Francesco in poi il vertice del Partito Democratico abbia elaborato la strategia tesa a trasformare l’ultimo erede del Pci e della sinistra democristiana nel moderno partito dei cattolici italiani. L’Era degli strateghi è tramontata da tempo nella sinistra italiana. Ma senza neppure uno straccio di strategie e la consapevolezza di voler fare del Pd la nuova Democrazia Cristiana in grado di rappresentare l’intero mondo cattolico italiano, i dirigenti del Pd sono riusciti comunque a raggiungere in parte un risultato del genere. Oggi il partito guidato da Matteo Renzi costituisce la forza politica nazionale che cerca di essere la più vicina alle posizioni del mondo cattolico ufficiale e delle gerarchie ecclesiastiche.

Renzi è dunque riuscito a fare del Pd la nuova Dc e a conquistare il centro dello schieramento politico nazionale? Niente affatto. E non solo perché il mondo cattolico ufficiale (quello delle organizzazioni del volontariato impegnato sul terreno sociale) e le gerarchie ecclesiastiche rappresentano solo la parte formale dei cattolici italiani e non l’intera comunità dei fedeli. Ma soprattutto perché proprio nel momento in cui il processo di democratizzazione del Pd sembrava essere arrivato a conclusione, a far saltare la strategia e lo schema c’è stata la circostanza che mentre il Pd di Renzi si identifica con la Chiesa di Bergoglio per conquistare il centro della scena politica nazionale, la Chiesa bergogliana perde la sua caratteristica di asse centrale e si trasformava oggettivamente in una forza attestata su posizioni tipiche della sinistra più radicale.

Il fenomeno si manifesta in maniera addirittura smaccata nel caso dello Ius soli. Il Pd renziano non può rincorrere i vescovi bergogliani che insistono sull’approvazione immediata della legge anche a dispetto del rischio di caduta del governo. E il partito trova un ennesimo motivo di spaccatura visto che alcuni nemici interni del segretario non hanno alcuna esitazione nell’allinearsi alle posizioni del radicalismo cattolico in funzione antirenziana.

La conclusione è, dunque, che il disegno (se mai ci sia stato) di fare del Pd il moderno partito dei cattolici per conquistare il centro è fallito. Perché nel frattempo la Chiesa si è radicalizzata e spostata sull’ultra-sinistra. Il ché accende la speranza degli antirenziani di avere dalla loro anche Bergoglio, ma rende anche evidente come la Chiesa sempre più sbilanciata a sinistra torni ad essere non una risorsa ma un pericolo per la stabilità politica del Paese.

Aggiornato il 29 settembre 2017 alle ore 20:32