La campagna elettorale dei miracoli

Malgrado (salvo imprevisti al Senato) il “Rosatellum bis” dovrebbe sulla carta arginare il dilagante populismo grillino, la campagna elettorale si preannuncia all’insegna delle promesse miracolistiche.

Tutto ciò, oltre che da una certa inclinazione insita nel nostro sistema politico, prende ulteriore impulso proprio dalla presenza di un Movimento Cinque Stelle che fa del miracolismo la sua cifra politico-programmatica. Miracolismo a buon mercato il quale, come mi sforzo da tempo di scrivere, non spunta dal nulla all’interno della collettività, bensì esso rappresenta in qualche modo il frutto maturo, nonché avvelenato, della medesima, nefasta inclinazione della nostra democrazia a vendere, per ovvie ragioni di consenso, eccessive dosi di false promesse.

In altri termini, dopo anni e anni in cui due ben definiti blocchi politici si sono contesi la guida del Paese a colpi di demagogia e spesa pubblica, senza però realizzare minimamente ciò che veniva prospettato nelle relative campagne elettorali, era inevitabile che prima o poi spuntasse un terzo incomodo a sfruttare politicamente il conseguente malcontento. Da questo punto di vista, il presunto partito degli onesti a Cinque Stelle altro non è che il portato di quella che potremmo definire come l’alternanza obbligatoria basata sui fallimenti di chi governava. Dopo oltre vent’anni di tale alternanza obbligatoria, nella quale un elettorato sempre più scoraggiato quasi per disperazione tendeva a premiare i miracoli promessi dall’opposizione, la comparsa del non-partito aziendale di Beppe Grillo ha dato una speranza a una parte consistente di un popolo sempre più confuso. Una speranza secondo cui, per dirla in estrema sintesi, si potesse onestamente realizzare in modo ancora più efficace il miracolo politico da sempre al centro della nostra democrazia di Pulcinella: dare tutto a tutti secondo i propri bisogni e senza togliere niente a nessuno, o quasi.

Ed è per questo che i grillini si trovano obiettivamente in vantaggio all’interno dello schema ora tripolare dell’alternanza obbligatoria. Non avendo mai governato, essi godono di un ben più alto tasso di credibilità soprattutto nella percezione di tutti coloro i quali sono naturalmente propensi a vedere asini che volano. Da qui nasce e si sviluppa, ad esempio, il grave errore politico-strategico commesso da Matteo Renzi il quale, da capo del Governo, tentò in tutti i modi di inseguire il Movimento Cinque Stelle sul loro stesso terreno, regalando bonus e vaticinando immaginarie crescite economiche.

Inseguendo i grillini su questa strada non si può fare altro che perdere consensi, come dimostrano proprio i recenti flop elettorali del Partito Democratico. Tuttavia, onde contrapporre ai miracolanti pentastellati una linea seria, ragionevole e, soprattutto, responsabile, sono necessari tre elementi fondamentali: la voglia di farlo, la visione e il tempo necessario.

La mia personale impressione, valutando ciò che nel complesso esprime in Italia l’attuale offerta politica, è che comunque anche se qualcuno avesse la volontà di contrapporre ai grillini una linea responsabile, mettendo in guardia l’elettorato circa i gravi rischi insiti nell’avventurismo di questa gente, il tempo per farlo non sarebbe sufficiente. Le elezioni incombono e simili svolte nella cultura politica di un partito o di una coalizione, ahinoi, non si preparano in qualche settimana.

Aggiornato il 16 ottobre 2017 alle ore 21:21