La grande sfiducia di Ostia

martedì 14 novembre 2017


Degli 84mila abitanti di Ostia solo duemila sono scesi in piazza sabato scorso per manifestare in nome della legalità contro la mafia che infetta il litorale romano e contro l’aggressione compiuta ai danni di un giornalista della Rai da parte di un esponente della famiglia Spada. Al corteo hanno partecipato la sindaca di Roma Virginia Raggi, una delegazione di “Libera” di don Luigi Ciotti , una della Fnsi, il prete sospeso Franco De Donno alla guida della propria associazione dell’ultrasinistra Laboratorio Civico X, un solo esponente del Pd ufficiale, Esterino Montino, e alcuni giornalisti famosi come Michele Santoro e Vauro.

Ma duemila partecipanti su una popolazione di oltre ottantamila cittadini vuol dire che alla manifestazione di Ostia è mancata la gente di Ostia. C’erano tanti noti venuti da Roma, ma non c’erano gli ignoti che sarebbero dovuti venire dai palazzoni del Lido. Questo significa che la stragrande maggioranza degli abitanti del X Municipio della Capitale è formata da mafiosi e fiancheggiatori della mafia che alla parola legalità reagiscono con testate e manganello? Il “niente affatto” di risposta è ovviamente scontato. Ma nelle cronache della manifestazione non è apparso neppure un semplice interrogativo sul significato e sulla ragione della mancata partecipazione del popolo di Ostia. Al contrario, la solita retorica sulla “solita ampia e compatta adesione” delle masse popolari alla manifestazione di “sdegno, condanna ed esecrazione” dell’aggressione al giornalista da parte di un presunto affiliato a una cosca mafiosa del Litorale romano ha cancellato qualsiasi dubbio e perplessità.

La circostanza non stupisce. Sono decenni che i problemi si risolvono con una bella marcia con striscioni, bandiere, slogan e trombonate varie. L’esibizione piazzaiola salva la coscienza e consente di nascondere il problema sotto il tappeto dell’identità tra mafia e società nazionale. Tanto più che ad Ostia è in corso la campagna per il ballottaggio al Municipio ed è facile interpretare la vicenda come la conseguenza della polemica tra i partiti che debbono ancora decidere se votare per la candidata del centrodestra o quella dei Cinque Stelle.

Purtroppo, però, il problema rimane e la mancata partecipazione popolare lo aggrava. Perché dimostra che la stragrande maggioranza della gente di Ostia è convinta che non ci si possa più fidare di nessuno. Tanto meno dei marciatori che avevano indetto la manifestazione per condannare l’aggressione mafiosa al giornalista e che hanno marciato ripetendo gli slogan cari ai Cinque Stelle contro la stampa prezzolata.


di Arturo Diaconale