L’interrogativo sui finanziamenti dei grillini

sabato 18 novembre 2017


Luigi Di Maio è andato negli Stati Uniti per avere una serie di incontri con l’amministrazione Usa per spiegare che il Movimento Cinque Stelle non è al servizio di Vladimir Putin, ma vuole conservare l’amicizia tra l’Italia e l’America. Può essere che i dirigenti statunitensi diano credito al candidato premier grillino e decidano di non porre freni o veti all’eventuale conquista del Governo da parte del partito di Beppe Grillo.

La questione è interessante. Ma riguarda il futuro. Al momento appare altrettanto interessante dare una risposta a un diverso interrogativo che può apparire del tutto infinitesimale rispetto al dilemma se gli Stati Uniti daranno mai il proprio gradimento a un eventuale governo grillino. L’interrogativo in questione riguarda dove e come il Movimento Cinque Stelle finanzia la propria attività politica. Quanto costa, ad esempio, il viaggio di Di Maio negli Usa e quanto sono costati gli identici viaggi che il candidato premier dei Cinque Stelle ha effettuato nei mesi scorsi in quasi tutti i Paesi europei? Quanto è costata l’intensa campagna elettorale che ha impegnato per tre mesi di seguito e senza una pausa in Sicilia lo stesso Di Maio e gli altri massimi dirigenti del movimento di Beppe Grillo? E infine, quanto costerà la prossima campagna elettorale grillina e da chi verrà sostenuta e finanziata visto che ai partiti è stato tolto il finanziamento pubblico e che non sono di sicuro Beppe Grillo e Davide Casaleggio a fornire di tasca propria i soldi necessari per la necessaria propaganda elettorale?

Luigi Di Maio si è preoccupato di smentire le dicerie secondo cui sarebbe Putin il finanziatore segreto dei Cinque Stelle. E siccome Di Maio è un uomo d’onore, nessuno può mettere in discussione le sue smentite. Rimane, però, la curiosità di sapere da dove arrivano i fondi con cui i grillini finanziamento la loro intensa attività in giro per l’Italia e per il mondo.

Chi paga? E, soprattutto, perché?


di Arturo Diaconale