Berlusconi: Strasburgo non sia un alibi

venerdì 24 novembre 2017


Vedo dai titoli dei giornali che Silvio Berlusconi è ottimista (ognuno ha i suoi vizi) sull’esito del suo ricorso a Strasburgo sull’applicazione della Legge Severino al suo caso (“Re Gioacchino fici a legge e fu impiso” si diceva al Sud, impasticciando un po’ la storia).

La questione riguarda la sostanziale retroattività di una sanzione penale, applicata a fatti commessi prima della promulgazione della legge. Che questo sia il “caso Berlusconi” e che così possa sintetizzarsi l’”anomalia” della giustizia italiana consumata nei confronti del Cavaliere, è cosa non solo “riduttiva”, ma smaccatamente falsificante ed elusiva di una verità che proprio nei giorni scorsi ha avuto la sua “prova del nove” con una nuova indagine a suo carico in puntuale coincidenza con la conclamata ripresa del centrodestra, di Forza Italia e della stessa figura politica di Berlusconi nel confronto politico italiano.

Non so e non mi spremerò il cervello per chiarirmi le idee sul risultato pratico di un esito del ricorso a Strasburgo. Quello che francamente trovo urtante e penoso, come irritante e penoso è sempre il dover constatare che la violenza finisca col coinvolgere e domare il violentato, è il fatto che, oggetto della più spettacolare persecuzione giudiziaria, una vera e propria gara di tiro al piccione, da parte del Partito dei Magistrati (altro che di “certi Pm comunisti”!), che ha caratterizzato decenni della nostra vita politico-sociale e che oggi, forte di quella “vittoria” troneggia sulla nostra libertà civile e sulla nostra Repubblica, Berlusconi, invece di chiamare gli italiani alla riscossa contro quel sistema, invece di bandire una crociata contro lo squadrismo giudiziario, la giustizia strumentale, il Partito dei Magistrati e le sue fazioni, il deterioramento dei caratteri liberali del nostro ordinamento, cerca di ritagliarsi uno “spiraglio” (anche nei titoli dei giornali a lui più vicini è venuta fuori questa deprimente parola) lamentando che contro di lui (e non solo contro di lui) sia stato “anticipato” l’effetto persecutorio di una legge di cui egli stesso porta la responsabilità.

Auguriamo a Berlusconi di vincere la sua causa a Strasburgo. Si basa su di un principio di “legalità del sistema penale” del quale non siamo mai stati sostenitori o avversari “a corrente alternata”, dando ad esso un contributo non proprio secondario. Ma non è questo che dà a Berlusconi, piaccia o non piaccia a tutti noi, un ruolo: quello del leader naturale di una rivolta liberale contro l’uso deviato della giustizia, le “campagne politico-giudiziarie”, le fazioni ed il Partito dei Magistrati. È una pretesa, la nostra, più che legittima.

Il fatto che per nostro conto, a nostre spese, con povertà di mezzi, a volte in totale solitudine, abbiamo fatto il nostro dovere su questo fronte, ci autorizza ad aggiungere all’augurio a Berlusconi per la sentenza di Strasburgo il nostro “purché non sia un alibi”.


di Mauro Mellini