Fioramonti, il Messia economico dei 5 Stelle

Nel corso della puntata di “Otto e Mezzo”, andata in onda sabato scorso, abbiamo assistito a un esilarante dibattito tra l’ottima Veronica De Romanis e Lorenzo Fioramonti, nuovo Messia economico del Movimento 5 Stelle.

Di fronte a una piuttosto interdetta Lilli Gruber, la quale ha invano tentato di conferire alla discussione un minimo di decenza intellettuale, il campione dei grillini ha rimediato una ben magra figura, facendosi letteralmente triturare dalla tranquilla esposizione della sua seria interlocutrice. Una esposizione che, in aperto contrasto con le farneticanti teorie in salsa keynesiana espresse dal Fioramonti, si è semplicemente basata sulla insuperabile e antipaticissima realtà dei numeri.

Numeri, come per l’appunto sottolineato nel corso della stessa trasmissione, che all’interno del ponderoso programma economico e finanziario dei pentastellati sembrano cozzare l’un contro l’altro armati, tanto essi appaiono in contrasto con le più elementari leggi della matematica. Ma tant’è, messo alle strette dalle stringenti considerazioni della signora De Romanis, la quale attualmente collabora con l’Osservatorio sui Conti Pubblici di Carlo Cottarelli, il mago economico al servizio di Luigi Di Maio ha pronunciato la parola magica che spazza via ogni argomento: il reddito di cittadinanza.

Proprio come il magico Alverman, un celebre folletto di una serie televisiva belga trasmessa in Italia negli anni ’70, a cui per sparire inseguito da un cattivo bastava dire Fafifurni, allo stesso modo al nostro, onde sfuggire a chi gli ricorda l’insanabile dicotomia che esiste tra l’idea di tagliare con l’accetta la spesa dello Stato, il debito pubblico e la fiscalità generale, introducendo nel contempo una massa imponente di ulteriori sussidi alla cittadinanza, è sufficiente dire “reddito di cittadinanza”.

Solo che al contrario del magico Alverman, il quale spariva solo in virtù di un trucco cinematografico, i nostri colossali problemi sistemici continuano a pesare drammaticamente sul nostro futuro come macigni e, per soprammercato, introducendo realmente il reddito di cittadinanza medesimo, che a conti fatti costerebbe circa 5 volte rispetto a quanto sostenuto dai grillini,  sarebbero destinati inesorabilmente ad aggravare la disastrosa condizione del Paese. Gli elettori sono avvertiti.

Aggiornato il 06 febbraio 2018 alle ore 08:05