L’alternativa ai grillini è solo la realtà

Alcuni giorni orsono la deputata forzista Laura Ravetto, all’interno di un dibattito televisivo in cui si discuteva del grillesco reddito di cittadinanza, ha voluto ricordare agli ascoltatori che anche il suo partito ha presentato nel programma elettorale una analoga misura, definita reddito di dignità.

Ora, senza entrare nel dettaglio delle eventuali differenze tra queste due misure, entrambe a mio avviso del tutto irrealistiche in un Paese che già impiega somme proibitive nel vasto campo dei vitalizi a fondo perduto, nelle parole della Ravetto è emerso in modo plastico l’errore commesso un po’ da tutti in questi anni di follie programmatiche a 5 Stelle. Ovvero quello di inseguire i grillini sulla loro fallimentare strada dei sogni a buon mercato, cercando di tamponarne la tumultuosa avanzata attraverso l’elaborazione di analoghe scemenze da dare in pasto a un elettorato molto confuso. Ma ciò, com’è inevitabile che accada in base a una elementare legge della politica, non fa altro che rafforzare la credibilità dei pentastellati in quanto nuovi e ancora esenti da una responsabilità di governo a livello centrale.

In altri termini, se le forze politiche si fanno la concorrenza a colpi di balle spaziali, come in effetti è accaduto nelle elezioni del 4 marzo, è inevitabile che sia oltremodo penalizzato chi, nel bene e nel male, ha già guidato il Paese senza, ovviamente, realizzare i miracoli che oggi promette agli italiani.

In questo senso, nella speranza che ripetere il concetto possa giovare a qualcuno, credo che la strada per contrastare efficacemente il surreale avventurismo politico del M5S sia ben altra. Occorrerebbe infatti contrapporre alle pericolose illusioni di chi racconta favole allo stato puro la forza dirompente della realtà, evitando come la peste di seguire i grillini proprio sul terreno minato delle promesse mirabolanti. Naturalmente tutto questo presupporrebbe una visione sistemica dei problemi italiani e, soprattutto, il coraggio politico di raccontare al Paese come stiano realmente le cose, con tanto di numeri con la testa dura se occorre.

In caso contrario, ostinandosi in una fallimentare asta redistributiva a chi offre più pasti gratis, non si fa altro che portare acqua al mulino di chi è riuscito a raccogliere una valanga di voti su una linea e su una piattaforma programmatica che definire imbarazzanti è poco.

Aggiornato il 17 marzo 2018 alle ore 08:04