La rivoluzione dei tarocchi

mercoledì 23 maggio 2018


In questi giorni di vero e proprio delirio politico-mediatico, in cui il nascente governo si presenta al Paese con il più costoso programma della storia repubblicana privo di alcuna copertura credibile, viene dato un gran risalto ai cosiddetti minibot.
Trattasi, in estrema sintesi, di una genialata finanziaria da tempo sponsorizzata da Claudio Borghi, responsabile economico della Lega, e di cui sembra essere divenuto ambasciatore televisivo un oscuro economista che risponde al nome di Antonio Maria Rinaldi. Quest’ultimo, in particolare, imperversa sui vari talk show e telegiornali italiani, presentando al popolo degli ascoltatori il suo sfolgorante campionario di illusioni a base di pezzi di carta colorati, definiti per l’appunto minibot, con i quali realizzare senza sforzo la felicità dei cittadini. 

Nella fattispecie, stiamo parlando di una sorta di cartolarizzazione dei crediti, circa 60/70 miliardi, che i privati vantano nei riguardi della Pubblica Amministrazione. In sostanza i primi verrebbero saldati con una valanga di buoni ordinari del tesoro di piccolo taglio i quali, oltre ad essere scambiati sul mercato secondario, potrebbero essere utilizzati dalle imprese per pagare le imposte.

Tutto questo, oltre a violare smaccatamente l’articolo 106 del trattato di Lisbona, che assegna il monopolio della moneta alla Bce, per molti osservatori rappresenterebbe un primo e significativo passo per condurre l’Italia fuori della zona euro. Di fatto i minibot, pur non essendo soggetti come la moneta unica ad alcun corso forzoso - nel senso che non è previsto l’obbligo di accettarli nell’ambito di qualunque transazione -  costituiscono un modo surrettizio per riappropriarsi di un pezzetto di sovranità monetaria, emettendo di fatto una grossa quantità di una, pur strampalata, moneta parallela.

Una moneta parallela cattiva la quale, secondo la legge di Gresham, banchiere inglese del XVI secolo, tenderebbe ad essere privilegiata nei pagamenti dagli operatori economici, svalutandosi di conseguenza. Quella buona, cioè l’euro, invece verrebbe sempre più tesaurizzata, determinando una situazione di forte squilibrio economico e finanziario. Inoltre, sul piano dei conti pubblici, i minibot usati per pagare imposte, tasse, multe ed altre obbligazioni finanziarie verso lo Stato di fatto creerebbero un disavanzo in quantità pari alle somme incassate con codeste strampalate obbligazioni, dal momento che dal punto di vista della valuta ufficiale gli stessi minibot equivalgono alle cartuccelle del Monopoli. 

Una moneta tarocca, dunque, che sembra inserirsi perfettamente nella rivoluzione delle balle spaziali e dei premier altrettanto tarocchi portata avanti senza tentennamenti dai sovranisti senza macchia del prossimo esecutivo giallo-verde.

Una compagine di agguerriti paladini della democrazia che si stanno distinguendo per la straordinaria facilità con cui riescono ad offrire scappatoie facili e pronte all’uso nella risoluzione di problemi assai complessi, come nel caso della citata montagna di debiti accumulati dalla Pubblica Amministrazione.
Anche se, occorre sommessamente ricordare, per ora si tratta solo di chiacchiere allo stato puro.


di Claudio Romiti