M5S e i dilettanti allo sbaraglio

mercoledì 30 maggio 2018


Non amiamo i flashback, tanto più se di questi strumenti in una politica come la nostra così strabordante di mass media ne sia necessitata la loro visione, per dir così tecnicamente, non foss’altro che per dirci e dire: a che punto siamo? A che punto sta la politica? E il Movimento 5 Stelle dove sta? Ma soprattutto, come sta? E la politica?

Sono da poco passate le elezioni generali, non a caso politiche, e quel 32 per cento grillino ha messo, come suol dirsi, alla gogna tutti gli altri partiti compresa la Lega di Matteo Salvini ritenuta fino alla data di marzo indegna di una collaborazione, senza calcolarne la sua massiccia presenza al Nord (e non solo) e, ovviamente, l’abilità di un Salvini nell’incontrarsi con chi sta (stava) sulla stessa linea di demarcazione “anti” tutti gli altri ,ma solo per compiere un pezzo di strada insieme; e dopo? Dopo è arrivato un uomo di nome Carlo e di cognome Cottarelli.

E il governo è già cosa fatta sia pure di passaggio, sia pure di durata breve, sia pure tecnico. Cioè non politico. Già, appunto, e la politica? Rinviata a ottobre per gli esami di riparazione, poi si vedrà. Hanno fatto un capolavoro, come esclamava un personaggio in un film d’antan, ma nel nostro caso gli artefici di un capolavoro al contrario sono i pentastellati. I più accaniti contro i partiti (degli altri), gli impietosi avversari della vecchia politica e i più entusiasti proponenti del nuovo modo di governare, apostoli del nuovo che avanza, si sono ritrovati, dopo i trionfi marzolini, con il classico pungo di mosche in mano. E con i sondaggi impietosi che ne segnalano la discesa. Chiamateli come vi pare: inesperti, poco capaci, allegri inadeguati, dilettanti allo sbaraglio e chi più ne ha più ne metta. Il punto vero, inossidabile e staremmo per dire eterno sta nella politica.

La politica, questa sconosciuta potrebbe essere il capitolo centrale di questa storia all’italiana, con un partito (?) che tre mesi fa ha preso il 32 per cento dei voti e che, in virtù di quel consenso democratico, non sa da che parte cominciare per metterlo a frutto. Innanzitutto al governo. Altrimenti a che serve?

Governo, parola complessa e, per molti grillini, nemica contro cui mostrare i pugni facendo ingurgitare al popolo le parole d’ordine più infiammate con cui distruggere gli avversari, pardon i nemici, gli altri, tutti sia di prima che di adesso e comunque governativi. Tutti, indistintamente, implacabilmente, mostrati nella loro professione di ladri. E, dunque, da mandare a casa sostituendoli con gli onesti. E relativo governo. Il loro, ça va sans dire.

Appunto, il governo degli onesti, che fine ha fatto? En attendant Godot, verrebbe voglia di chiosare se non fosse che l’urto populista in salsa giustizialista è stato talmente forte da mettere in crisi, sia pure momentaneamente, una schiera di osservatori con particolare riguardo a quelli mediatici che da mesi e mesi hanno posato sguardi e telecamere quasi sempre benigni agevolando i grillini proprio in quella “lotta dura senza paura contro le riforme di struttura” di sessantottina memoria e applicata al non-programma di Luigi Di Maio e soci contraddistinto, per l’appunto, dai “no” alle grandi opere indispensabili allo sviluppo economico del Paese: no alla Tav, no ai trafori, alle nuove autostrade, alle pedemontane, all’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria e a quella sull’Adriatico fino a Taranto e chi più ne ha più ne metta. E un bel “vaffa” a chi la pensa(va) diversamente. Naturalmente quest’empito per di così negativo contra omnes non poteva non espandersi a macchia d’olio, di area in area, di opera in opera, dal Nord al Sud e il coinvolgimento di tutti i politici, salvo quelli pentastellati, nel latrocinio generalizzato è o era cosa fatta. E adesso?

Adesso tocca a Cottarelli che non è di nessun partito, ma è un tecnico, e questo proprio perché la politica è stata dimenticata, maltrattata, non rispettata, presa, come si dice, a pugni in faccia. Ma si sta già vendicando dei dilettanti. Allo sbaraglio.


di Paolo Pillitteri