L’Ars: il laboratorio politico dei moderati

mercoledì 1 agosto 2018


I grandi giornali sostengono una tesi aberrante, secondo cui la maggior parte dei politici sia espressione del malaffare. Promuovendo questo ragionamento alimentano, colpevolmente, il populismo. Per fortuna, in politica, esistono degli esempi virtuosi. È il caso del Parlamento siciliano, che, in questa fase politica, si distingue per gli ottimi risultati raggiunti in termini di contenimento dei costi. L’Assemblea regionale, grazie al presidente Gianfranco Miccichè, ha rimesso in ordine i conti, grazie all’impegno dei dipendenti. Il coordinatore siciliano di Forza Italia sostiene che “nessuno poteva imporre ai lavoratori dell’Ars di ridursi gli stipendi, ma lo hanno fatto”. Ha ragione. Merita un plauso. Perché si tratta di un dato di fatto. Un merito che si aggiunge ai complimenti ricevuti dalla Corte dei Conti per il riordino delle regole sui collaboratori esterni. Così, ora, la tanto vituperata Ars assurge a sinonimo di efficienza e risparmi. Già. La decantata e poco praticata Spending review ora arriva, finalmente a Palazzo dei Normanni.

Con buona pace dei grillini di tutte le risme. I quali, a parole sostengono che la politica sia un servizio reso alla comunità. Salvo interpretare il mandato popolare come un’indicazione divina, da usare, esclusivamente, per colpire, umiliare e denigrare gli avversari. Ma la politica non è livore. La politica è passione. È un sentimento che nasce dalla speranza di potere contribuire ad un processo di cambiamento della società in maniera radicale ma pacifica. La buona politica deve riappropriarsi del linguaggio riformista in chiave liberale. È arrivato il tempo, anche per il partito fondato dal presidente Silvio Berlusconi, di tonare alle origini. Al partito liberale di massa che ha governato questo Paese per anni, accrescendone il prestigio e il benessere. Per queste ragioni, l’Ars guidata dall’onorevole Miccichè rappresenta un modello da seguire. La politica può autoriformarsi senza evocare il repulisti di un’intera classe dirigente. La Sicilia, ancora, una volta, rappresenta il laboratorio politico per il futuro dei moderati del nostro amato Paese. Iniziamo a seguirne l’esempio.


di Giovanni Mauro