Elezioni prossime venture

Com’è noto, entro il 15 ottobre il Governo deve approvare la Manovra finanziaria e già da tempo è cominciato un inverosimile balletto di cifre e di promesse ancora molto elettorali, nonostante i molti mesi che ci separano dalla prossima scadenza delle elezioni europee del 2019.

In estrema sintesi, alla linea responsabile del ministro dell’Economia, Giovanni Tria – l’unica praticabile sul piano dei numeri – si contrappone quella delle favole e dei miracoli a buon mercato sostenute da Luigi Di Maio e da Matteo Salvini, sebbene questi ultimi stiano cercando in qualche modo di rassicurare gli investitori interni ed esteri sulla spinta della inesorabile realtà caratterizzata dal preoccupante rialzo dei tassi d’interesse.

Ed è proprio la cruda realtà dei fatti che, a modesto parere di chi scrive, costringerà i geni della lampada al governo a ridimensionare assai drasticamente le loro roboanti promesse di pasti gratis per tutti. Non certamente l’Europa e i suoi burocrati da usare come comodi capri espiatori, bensì la semplice realtà delle cose, in cui già emerge chiara la progressiva difficoltà a vendere i nostri titoli del Tesoro, farà esplodere d’un botto la colossale bolla di sapone del reddito di cittadinanza, della flat tax, dell’abolizione della Legge Fornero e di tante altre scemenze programmatiche prive di alcuna copertura.

Nel frattempo però, come altrettanto chiaramente si evidenzia da qualche giorno, le due forze politiche della maggioranza continuano a parlare ai loro elettorati di riferimento fingendo di voler mantenere a tutti i costi ciò che da subito chiunque fosse dotato di un minimo di intelletto ben sapeva che non si sarebbe mai potuto realizzare, neppure in minima parte. Come in una sorta di gigantesco gioco del cerino acceso, i due più seguiti capipopolo del momento sembrano voler tenere la barra dritta della loro propaganda, nonostante essi appaiano consapevoli che alla fine della fiera le chiacchiere, come si suol dire, resteranno a zero.

Evidentemente, dato che soprattutto Matteo Salvini e il personale politico della Lega non sembrano proprio degli sprovveduti, aleggia il forte sospetto che ci si stia già preparando a un prossimo ritorno alle urne, assai prima di quanto ci si potesse aspettare qualche settimana fa. Se così fosse, vista la cifra populista e demagogica di Lega e Movimento 5 Stelle, non avrebbe molto senso oggi riposizionare la loro comunicazione su un piano più vicino alla realtà, nella consapevolezza di doversi ripresentare al giudizio degli italiani nel giro di poco tempo. Da tale punto di vista è molto meglio lasciare il “gioco sporco” di una Manovra tutto fumo e niente arrosto al povero Tria, tenendosi sempre di riserva l’Europa matrigna a trazione tedesca come parafulmine di ultima istanza, e tirare dritti verso una nuova campagna elettorale condotta al ritmo incalzante delle balle spaziali.

D’altro canto, parafrasando con altri termini Napoleone Bonaparte, che le promesse avanzino numerose a oltranza, la loro eventuale realizzazione concreta poi (forse) seguirà. L’importante è prendere i voti di quei milioni di cittadini che sono ancora molto propensi a credere nei miracoli.

Aggiornato il 06 settembre 2018 alle ore 12:05