Fare il santo con i soldi pubblici

Senza fiumi di soldi pubblici non si può realizzare l’accoglienza secondo il modello del sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Ed è singolare che quanti si battono contro la manovra espansiva del governo che minaccia di far esplodere il debito pubblico, si mobilitino per sostenere le ragioni umanitarie del sindaco calabrese finito agli arresti domiciliari per aver favorito l’accoglienza con metodi illegali.

Tra questi sostenitori che giustificano l’illegalità con la bontà degli intenti figura anche lo scrittore Roberto Saviano. Il suo, però, è un caso a parte. Perché Saviano non si limita a giustificare Lucano in nome di una solidarietà che dovrebbe prevalere sulle fredde ragioni della legge. Lo scrittore lancia un’accusa pesantissima sostenendo che l’iniziativa giudiziaria è stata voluta dal governo e che costituisce il primo atto verso la trasformazione definitiva della democrazia in stato autoritario.

È difficile stabilire se Saviano sia un ignorante, nel senso che ignora come la magistratura italiana non sia sottoposta al governo, o si appelli ad una qualche “licenza” spettante a scrittori e poeti per emettere delle forzature dialettiche. Di sicuro, però, è un personaggio che approfitta della propria notorietà per compiere delle affermazioni totalmente sbagliate che dovrebbero far insorgere il Csm e l’intera magistratura in difesa di una autonomia ed una indipendenza cancellate e negate da un illustre conosciuto in preda ad una passione politica ai limiti della paranoia.

La vicenda Saviano, alla costante ricerca di una polemica diretta con Matteo Salvini, rischia di nascondere l’aspetto principale del caso Lucano. Che non è la bontà conculcata e l’accoglienza negata, ma è il fiume di denaro pubblico necessario per alimentare il modello inventato dal sindaco di Riace; un modello che funziona solo se i flussi dei finanziamenti dello Stato arrivano copiosi nelle casse di una amministrazione locale e vengono distribuiti regolarmente nelle tasche di immigrati a cui sono stati dati lavori finti che non producono alcun tipo di reddito.

I sostenitori di Lucano dicono che di quei soldi il sindaco non ha mai approfittato personalmente. Ma si tratta di una attenuante di scarso rilievo. Perché cercare la notorietà planetaria usando i soldi dei cittadini per un modello che esalta l’assistenzialismo perverso è un comportamento irresponsabile e riprovevole. Troppo comodo fare il santo con il denaro degli altri!

Aggiornato il 03 ottobre 2018 alle ore 09:45