Amaro Lucano

venerdì 5 ottobre 2018


Sulla vicenda giudiziaria di Domenico Lucano, detto Mimmo, sindaco di Riace, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver gestito la sua favola sull’accoglienza in spregio alle norme giuridiche che regolano l’immigrazione, l’armata del “Bene” ha riscoperto la saggezza cruda ma efficace di Giovanni Giolitti. Anche per i multiculturalisti in servizio permanente effettivo vale la massima: “Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano”.

Allora, che lo Stato di Diritto vada in malora se osa mettere sotto processo un santo dell’accoglienza degli immigrati clandestini qual è Mimmo Lucano. Per l’esercito del Bene, se qualcuno viola le regole e fa strame della legalità a fini giudicati insindacabilmente giusti dalla Morale multiculturalista non deve essere perseguito perché il reato commesso non è sanzionabile. Peggio per noi poveri mortali che non sapevamo dell’esistenza di un particolarissima fattispecie giuridica che è il “reato di umanità”. Cosa prescrive la norma che lo sancisce? “Chiunque si proponga di perseguire, anche con mezzi, atti e comportamenti comunemente riconosciuti illeciti, finalità meritevoli di tutela a giudizio dei caporioni dell’Esercito del Bene non è perseguibile ai sensi del vigente Ordinamento penale”.

Sarà la nostra ignoranza ma, pur avendo sfogliato ripetutamente il Codice Penale, quest’articolo non l’abbiamo trovato. Siano gentili, ci dicano qual è il numero che lo contraddistingue e dov’è riportato. Almeno, ci faremo una ragione del fatto che il creativo sindaco di Riace abbia operato sì contro legge ma essendo autorizzato a farlo. Noi, poveri ignoranti, eravamo fermi al disposto del “Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero” che all’articolo 12 punto 1. recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque in violazione delle disposizioni del presente testo unico compie atti diretti a procurare l’ingresso nel territorio dello Stato di uno straniero ovvero atti diretti a procurare l’ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 15mila euro per ogni persona”.

Mimmo Lucano è accusato di aver combinato falsi matrimoni tra anziani del posto e immigrati clandestini allo scopo di fare ottenere rapidamente a questi ultimi il diritto a stare in Italia legalmente. Benché la regola garantista lo voglia innocente fino a sentenza di condanna passata in giudicato, dalle intercettazioni riportate dai media e contenute nell’ordinanza che ha disposto gli arresti domiciliari si evince che lo stesso Lucano non neghi i fatti che gli vengono contestati, ma ne faccia vanto. L’indagato, dopo l’interrogatorio di garanzia che ha confermato la misura cautelare a causa del pericolo sussistente di reiterazione dei reati contestati, ha dichiarato a telecamere accese che i suoi comportamenti sono esenti da responsabilità perché rientrerebbero nel richiamato “reato di umanità”, di fresco conio buonista. E i magistrati che hanno ignorato la speciale esimente prevista dal codice morale dell’esercito del Bene? Sono servi venduti al potere razzista e xenofobo dei populisti che stanno preparando il ritorno del fascismo. Mimmo Lucano non andava toccato per quel che di buono e giusto sta facendo per gli immigrati. Ha regalato a costoro un intero paesino della Locride, svuotato degli autoctoni che, nel frattempo, sono andati via, spinti altrove dalla miseria e dall’impossibilità di trovare lavoro stabile ed onesto. Quel lavoro che, invece, si è materializzato come d’incanto per gli amici immigrati del sindaco accogliente, grazie al fiume di denari che gli sono caduti in testa dal fondo nazionale per l’accoglienza.

Mimmo Lucano non andava arrestato ma glorificato sugli altari e beatificato per la dote divina di trasformare l’acqua in vino. Peccato però che la sua attitudine ai miracoli non l’abbia esercitata con i tanti giovani suoi conterranei che hanno fatto la valigia per sciamare in giro in Europa alla ricerca di un lavoro e di una dignità. E la Guardia di Finanza, solo in parte scusabile perché ha agito su un comando ricevuto, non avrebbe dovuto profanare con la sua presenza incombente e minacciosa quei luoghi sacri destinati ai pellegrinaggi dei devoti dell’Esercito del Bene e alle benedizioni impartite urbi et orbi dal sommo sacerdote della Morale multiculturalista, Roberto Saviano. In proposito, il mediocre scrittore ha emesso la sua sentenza inoppugnabile sul caso Lucano. “Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell'Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche…nelle azioni di Mimmo Lucano non c'è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile”. Ego te absolvo, è il controcanto dei corifei dell’Esercito del Bene a ciò che soltanto un popolo credulone e beota come quello italiano potrebbe scambiare per illeciti penali.

Riguardo alla vicenda giudiziaria si potrebbero addurre molti argomenti contrari alle tesi sostenute dall’indagato e dai suoi sodali multiculturalisti. Ma a che serve? L’esercito del Bene è troppo pieno di sé e delle proprie verità morali da ammettere un qualsiasi contradittorio. Per questa porzione di umanità accecata dall’odio verso chi non riconosce la sua egemonia etica, non può esservi dialogo: il Bene non può attardarsi a discutere con il Male. E stavolta vincono loro, i buoni. Noi semplicemente ci adeguiamo. Fate un po’ come vi pare, tanto ci avete rotto. Della vostra spocchia moralistica ne abbiamo piene le scatole e dal profondo del cuore vi diciamo: se potete, andatevene… a ramengo! Che l’Italia di tutto ha bisogno ma non della vostra bontà, elargita un tanto al chilo.


di Cristofaro Sola