Mandato imperativo e coerenza facoltativa

Nel 1960, pubblicando il capolavoro The Constitution of Liberty, in italiano “La società libera”, meritoriamente ristampato da Rubbettino a cura di Lorenzo Infantino, Friedrich Hayek scriveva: “Oggi si discute spesso se nell’azione sociale la coerenza sia un’autentica virtù. Talvolta il desiderio di coerenza viene perfino raffigurato come un pregiudizio razionalista, mentre si ritiene che il procedimento più autenticamente sperimentale o empiristico sia giudicare ciascun caso in base a criteri individuali. La verità è esattamente l’opposto”.

Hayek ritiene che esista un rapporto tra coerenza e principi come tra incoerenza e presunzione. Coerente è chi è consapevole che la mente umana non sa prevedere tutti gli sviluppi di una decisione, specialmente politica, e perciò si affida a principi consolidati per ricavarne conseguenti condotte concrete, mentre il pragmatico, per supponenza refrattario a considerare le conseguenze inintenzionali delle azioni umane, presume al contrario di sì: questi inclina all’ideologismo assertivo; quello alla ragionevolezza critica.

Oggi, purtroppo, non solo non si discute più sulla virtù della coerenza, ma è dato per scontato che l’incoerenza non sia un difetto, ma un pregio, l’espressione di un carattere disinvolto e versatile, non debole e insicuro. Abbiamo dovuto constatare che il partito di maggioranza relativa, dopo essere diventato tale soprattutto facendo bella mostra di fermezza e purezza, fino al punto di perorare l’abolizione del divieto di mandato imperativo affinché i pensieri e gli atti dei rappresentanti dovessero essere in tutto e per tutto conformi alla volontà dei rappresentati, ha poi senza pudore, passando dal ruolo di opposizione alla funzione di governo, immediatamente e smaccatamente contraddetto se stesso e le sue sbandierate posizioni e doti.

Se fosse stato in vigore quel mandato imperativo, osteggiato perché a loro dire antidemocratico in quanto lascia ai parlamentari libertà d’azione, i grillini non avrebbero potuto fare quelle capriole che oggi tentano di giustificare nascondendo l’incoerenza dietro il faccino di bronzo conformato a deretano. Resta così dimostrato che, per costoro, la coerenza è facoltativa quanto il mandato imperativo è opzionale. Si servono di ciò che detestano per realizzare ciò che aborrivano. Più inaffidabili di così!

Aggiornato il 05 novembre 2018 alle ore 11:10