Una legge costituzionale-incostituzionale?

A forza di disperata e rassegnata indifferenza a quel che accade in Parlamento all’epoca del Governo gialloverde stiamo per assistere a un nuovo capolavoro e a un nuovo record di questa maggioranza: una legge costituzionale come quella voluta dal ministro per la democrazia diretta Riccardo Fraccaro, che è palesemente incostituzionale.

Il riferimento è al disegno di legge che vorrebbe introdurre il pericolosissimo referendum propositivo, quello che già il compianto Luigi Einaudi aborriva e che considerava una sorta di grimaldello per introdurre in una democrazia parlamentare l’arma del plebiscito che poi è quella del tiranno. E infatti, notoriamente il modello grillino è qualcosa a metà tra Recep Tayyip Erdoğan e Vladimir Putin. Che proprio attraverso riforme costituzionali fatte passare a maggioranza senza scrupoli di alcun tipo si ritrovano adesso a capo di Paesi che di democratico non hanno più nulla.

Il disegno di legge di Fraccaro, chiaramente ispirato ai “sacri principi” di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, dapprima non prevedeva neanche un quorum partecipativo. Poi per fortuna un emendamento di Stefano Ceccanti lo ha introdotto. Ma francamente non sembra ancora abbastanza.

Nel disegno non si prevedevano eccezioni di possibilità di proposta neanche per le leggi fiscali ed era mantenuta una discreta ambiguità anche sui trattati internazionali. Una follia che sembra solo apparentemente una questione per dotti e costituzionalisti. In realtà qui ci troviamo di fronte a una scelta che potrebbe trasformare l’Italia da democrazia liberale a Stato autoritario. E ultimamente ci siamo anche portati avanti coi compiti. Se a sinistra si erano scandalizzati per le riforme (poi bocciate) di Matteo Renzi e prima ancora di Umberto Bossi e Silvio Berlusconi, per quella di Fraccaro bisognerebbe tornare in montagna come i partigiani. Sergio Mattarella è senz’altro una brava persona e chi scrive confida che sia vigile. Francamente però in un periodo pazzesco come questo, dove la cifra è la prepotenza politica di chi crede di avere il popolo per sempre dalla propria parte (e magari anche Dio), il rimpianto per una figura più politicamente virile come quella di Francesco Cossiga è veramente incommensurabile. Che qualcuno ci aiuti perché qui finisce male.

Aggiornato il 17 gennaio 2019 alle ore 10:08