Ma perché ce l’hanno con la Tav?

C’è una cosa che non ho capito, forse perché l’ho capita benissimo e non all’ultimo momento in questa polemica grottesca sulla Tav da fare o non fare. Non ho capito la rapidità con la quale, dopo che qualcuno aveva fatto presente che era pure necessario mettere a fronte spese e vantaggi dell’opera, una Commissione nominata da Danilo Toninelli ha subito concluso.

E non capisco come cambiamenti di opinioni politiche e tecniche possono arrivare con rapidità facilmente. Ora viene fuori che per essere conveniente la Lione-Torino dovrebbe poter contare su di un movimento merci e passaggi 25 volte superiore a quello reale. Che, poi, non è reale perché è sperabile che il confronto non si pretenda di farlo con il movimento merci di una ferrovia che non c’è. È sperabile, ma con un Toninelli c’è da aspettarsi anche questo. Non mi piace blaterare e sputar sentenze in materia sulla quale non ho una certa preparazione. Ma qualche idea mi passa per la mente.

Quando fu fatta la nuova ferrovia Roma-Milano che ha quasi dimezzato i tempi di percorrenza tra le due città, esisteva un intenso traffico aereo che rappresentava una forte percentuale di quello facente scalo a Fiumicino. Non so se allora si dovettero superare tante difficoltà e se, mancando un gigante del pensiero come Danilo Toninelli al ministero si provvide o no per il calcolo del traffico su cui la Tav avrebbe potuto contare. So però che oggi da Roma a Milano e Torino si va in treno con la nuova linea e la tratta aerea Roma-Milano e Roma-Torino è ridotta quasi a zero.

Calcolare l’utilità di un’opera pubblica infrastrutturale non è facile e i fatti dicono che essa superi quasi sempre le previsioni. Certo, Toninelli ne sa più di me e ha attorno quelli del “Bar dello Sport” che sanno tutto. Certo è che questa Commissione che in extremis rifà i calcoli e stabilisce che il traffico transalpino ferroviario è quello dei tempi delle opere promosse dal Conte di Cavour, mi fa ridere. E ridere di fronte a certe funeree cavolate non sta proprio bene. Ma l’idea di un Toninelli alle prese con grafici, numeri ed equazioni non può lasciarci senza reazioni smodate. È la forza del pensiero. Ed anch’io voglio dirla come è di moda: ma che cosa c’è dietro?

Aggiornato il 14 febbraio 2019 alle ore 10:21